Restituito alla Diocesi di Acqui codice liturgico del ‘400 trafugato

Il 21 novembre 2018, al Santuario di Incisa di Scapaccino (At), in occasione della celebrazione eucaristica organizzata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Asti in onore della Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, alla presenza di Monsignor Luigi Testore, Vescovo della Diocesi di Acqui (Al) e del vice comandante dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Riccardo Amato, è stato restituito ai fedeli di quella Diocesi, un prezioso codice liturgico della prima metà del XV secolo, sottratto in data imprecisata e recuperato, nel settembre 2017, dai militari del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Torino.

Le indagini del Nucleo, coordinate dalla Procura della Repubblica di Alessandria, sono scaturite da una segnalazione di un canonico della Cattedrale di Acqui Terme (Al), studioso della vita e delle opere di San Guido, il quale aveva appreso che il raro breviario, scritto in caratteri gotici su antiche e delicate pergamene ad uso del coro e che riporta nelle ultime dieci pagine la vita di “San Guido”, patrono della città di Acqui Terme (AL), era stato posto all’incanto in una nota casa d’aste romana. I successivi sviluppi investigativi, permettevano ai militari del TPC di Torino di acquisire la fotografia del bene in vendita, che una volta comparata con quelle contenute nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più completa banca dati di opere d’arte rubate esistente al mondo, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, permetteva di confermare l’esatta corrispondenza dell’opera con quella sottratta ad Acqui Terme (Al). Nel frattempo, però, il tomo era stato acquistato regolarmente da un professore di lettere della provincia di Ancona che, una volta identificato, ha dichiarato di essere del tutto ignaro della provenienza illecita del bene, manifestando subito l’intenzione di volerlo restituire alla Diocesi.

L’evento odierno testimonia, ancora una volta, come solo attraverso la stretta e fattiva collaborazione e sinergia esistente tra Magistratura e Carabinieri si può garantire, anche a distanza di tempo, la ricomposizione di percorsi storici, culturali e sociali con la restituzione alla collettività, di preziosi ed unici beni, ormai creduti dispersi, che costituiscono e identificano l’identità dei luoghi dai quali sono stati sottratti.