Adriano Laiolo sportivo, uomo di cultura, scrittore

LAIOLOADRIANO.jpg (16261 byte)Nato a Genova il 3 agosto 1938, è residente a Monastero Bormida.Laureato in Economia e Commercio e abilitato all'esercizio della professione di dottore commercialista, pur coltivando tale professione, si è occupato anche di sport collaborando con federazioni nazionali ed internazionali, assumendo incarichi d'arbitraggio, di jury e delegato tecnico in campionati mondiali e Olimpiadi.

Membro del Coni, ha ricoperto numerosi incarichi internazionali per conto della Federazione 'Tiro a volo' nei vari Campionati del mondo e nei Giochi Olimpici.

Ha pure seguito corsi di Pubbliche Relazioni di Direzione e Vendite presso l'istituto Prof. Sala Università di Milano. E per la conoscenza tecnologica delle armi leggere è stato incaricato istruttore di armi portatili nella scuola allievi ufficiali C.C.

Appassionato di antropologia e storia, ha partecipato a numerosi itinerari nei cinque continenti, collaborando nella stesura di articoli e relazioni di viaggio.

Laiolo è soprattutto un personaggio dalle mille sfaccettature, vivace affabulatore, immaginifico scrittore, con pennellate da navigato filosofo, tutto da ascoltare e leggere.

 

Lo sportivo

Nel tradizionale gioco ligure-piemontese del Pallone Elastico collaborò con il padre alla fondazione e direzione di una società sportiva di serie A provvedendo alla costruzione di uno sferisterio che portò il nome del genitore.

Fin da giovane si è dedicato all'attività del Tiro a Volo ottenendo molteplici successi:

Campione Regionale FIDC per la specialità Skeet nel 1971 e1975.

Negli anni1978 Campione Regionale FITAV nella specialità Skeet.

Direttore di tiro Internazionale con licenza UIT di prima categoria "A" N°1505, per l’arbitraggio nei Campionati del mondo, Olimpiadi, e World Cup.

Quale Presidente di Jury ha diretto due Campionati del Mondo.

Quale Membro di Jury ha partecipato alle Olimpiadi di Seul 1988.

È stato membro del Comitato Organizzatore della Coppa del Mondo (Milano maggio 1994) e del Campionato del Mondo per le discipline di Tiro a Volo (Milano luglio 1994)

 

Lo scrittore

Ha pubblicato due libri di racconti ispirati alle esperienze umane e di viaggi vissuti: "Romanzi Minimi" nel 2003 e "Racconti d’Armonia" nel 2007. Per quest'ultimo ha ricevuto, sabato 20 settembre 2008, il Premio Letterario Arnaldi, patrocinato dalla Regione Liguria e Assessorato alla Cultura della Provincia di Genova, insieme a Marina e Carlo Ripa di Meana, Costanzo Costantini, Pierguido Quartero, Giuliano Musumeci Guerra e Pervinca Paccini.

Infine, da una sua raccolta sono state tratte alcune poesie vincitrici di Primo Premio.

Nel racconto "Una zanzara per la storia", ultimo dei Romanzi minimi (pag. 151), Adriano Laiolo, grande amico di Fausto Coppi, come lui appassionato cacciatore, parla del suo tragico viaggio in Alto Volta (Africa) nel 1959, che costò la vita al 'Campionissimo' colpito da malaria.

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"... Fausto Coppi notò, come noi tutti, che quella sarebbe stata una notte di battaglia, se non ci si fosse difesi dalle zanzare. Tutti eravamo molto stanchi, specie Fausto, che aveva tenuto testa durante tutta la corsa, l'ultima della sua vita, ai più giovani Anglade, Anquetil, Hassenforder, Geminiani e Rivière, nonostante il clima caldo e afoso. La mattina dopo, presi dall'entusiasmo della caccia, gli insetti erano già un ricordo... Tornando in Italia la solita influenza di stagione. Io l'avevo presa per primo, poi toccò anche a Fausto; ce n'era tanta in giro in quel momento e la cosa era normale. Agli insetti di quella notte nessun pensiero, di quella zanzara neppure il ricordo, e non ci pensò nessuno, né di famiglia, né i medici curanti... Quando al microscopio, in un'analisi più attenta di quella di qualche giorno prima, il vetrino con lo striscio del sangue di Fausto fu interpretato nella sua giusta chiave di lettura, i parassiti della malaria, nei globuli, erano a milioni, il coma irreversibile e quella zanzara, un insignificante insetto, stava passando alla storia".

"L'ultima Africa di Fausto Coppi" è il documentario girato, nel dicembre 1959, da Adriano Laiolo, allora ventunenne, in Alto Volta, (attuale Burghina Faso) sull'ultima corsa di Coppi (che morirà a Tortona il 2 gennaio 1960).

“Gli spazi del silenzio” è il titolo di un suo volume di 175 pagine (finito di stampare nell'ottobre 2012 da Elledì) costituito da una raccolta di poesie. Ora l’autore indossa i panni del poeta, in punta di piedi, con timore, consapevole dell’ardua fatica. Otto le sezioni, ordinate e intitolate in base al motivo ispiratore di ciascuna. La raccolta è ispirata alla sua esperienza esistenziale, al suo mondo emozionale, al tema religioso e trascendentale, oltre che ad una dimensione geografica del viaggio e ad un certo gusto raffigurativo testimoniato da veri quadretti poetici, appena tratteggiati con garbo e arguzia, come il ritratto del Monsignore o le donne del Lido o, con grande pudore, come la figura della madre che diffonde la sua luce rassicurante, faro nel buio della vita. L’amore, appassionato o puro, linfa vitale, rappresenta l’intera ispirazione poetica di Laiolo, anche quando l’amata è assente o lontana. Come la vita, l'amore sfuma nel sogno, nella poesia, nel trascendentale. Il dato naturalistico è percepito, analizzato, rappresentato, non solo come altro da sé. Il poeta va oltre, esprimendo liricamente gli aspetti della natura come metafora e paradigma dell’esistenza. Ogni aspetto della natura è allusivo del mondo interiore, delle sue emozioni e paure. Anche le immagini riflesse nell'acqua suggeriscono la fugacità della vita. Non c’è un istante in cui Laiolo dimentichi la precarietà della condizione umana, il mistero dell'esistenza, anche attraverso la contrapposizione dell'elemento luministico al buio, del silenzio assoluto ai suoni e rumori della natura, della realtà al sogno. Contrasti laceranti che evocano la pittura del Caravaggio. La morte è temuta, quasi invocata, accettata. Che Adriano Laiolo cercasse, insistentemente, “l’oltre che non si sa dov’è”, “la parte migliore che è dentro” emergeva con forza già nei due libri diracconti ispirati alle esperienze umane e viaggi: "Romanzi Minimi" nel 2003 e "Racconti d’Armonia" nel 2007 (Premio Letterario Arnaldi 2008). Con i 112 componimenti de “Gli spazi del silenzio”, mirabilmente illustrati dagli acquerelli dell'amico Marcello Peola “finissimo Maestro d'arte” di Castellero d'Asti, il lungo ‘fremito’ diventa ancor più intenso e coinvolgente.

Infine   “Riflessioni ed emozioni” – sottotitolo “Raccolta di pensieri a latere di un vivere quotidiano” – che sarà presentata venerdì 15 aprile 2016, alle ore 21, nel salone comunale di Monastero Bormida, nell’ambito di una serie di iniziative culturali locali.

Stampata, tre anni e mezzo dopo il volumetto “Gli spazi del silenzio”, sempre da Elledì Arti Grafiche, rivela il fascino irresistibile dell’Oriente, fin dalla copertina, dal cognome dell’autore modificato in Laj-ho-lin, e dalle numerose illustrazioni che corredano le pagine.

Laj-ho-lin è un vecchio cinese sbarcato a Genova e diretto ad “un monastero vicino alle acque”, che un camionista di passaggio identifica col paese di Monastero Bormida, vicino ad Acqui Terme.

Prima di partire alla ricerca del monastero buddista, Laj-ho-lin, per ringraziare lo scrittore dell’ospitalità, gli regala un notes su cui aveva trascritto delle sentenze, invitandolo a cercare anche un manoscritto.

L’operetta comprende 128 “Detti a voce”, 126 “Dal notes marrone” ed infine 68 pensieri contenuti nel manoscritto ritrovato.

L’autore confessa di aver annotate queste e molte altre sentenze nel corso della sua vita, dal 1968 al 2015.

“Non ricordo bene – si legge nell’ultima pagina – se l’incontro con il cinese sia stato un sogno o cos’altro. Una certezza è che io ho cercato le anitre nel mio giardino in ogni angolo e non le ho mai trovate.”

Continua anche in questo suo scritto la sua ricerca dell’“oltre che non si sa dov’è”, della “parte migliore che è dentro” presenti nei suoi “Romanzi Minimi” del 2003 e “Racconti d’Armonia” del 2007 (Premio Letterario Arnaldi 2008).

«Dopo aver scritto di storia, e di storie, di luoghi, di impressioni di viaggi e di vita nei miei precedenti libri, – ha precisato Laiolo – mi sono reso conto che l’essenziale per un uomo è stabilire un dialogo con se stesso.

È un dialogo che inizia nella maturità e che, avviato, non finisce mai e se apparentemente in alcuni momenti è tralasciato è perché la nostra mente rifiuta a volte di essere impegnata sempre nella realtà. Ma vi ritorna perché la vita implica ulteriori scelte, dei giudizi esterni, dubbi della coscienza e, anche se non ce ne accorgiamo, ci poniamo sempre dei nuovi filtri di ragionamento in base alle esperienze nuove vissute.

Ecco perché è nato questo libro (meglio libretto) e se fosse stato un libro spesso non sarebbe stato facile portarselo dietro e metterlo su un comodino per leggere due righe (di numero) e fare un piccolo ragionamento prima di addormentarsi. Due sole righe che possono dire poco, o nulla o che possono dire molto, da ripensarci.

La vera forza e crescita non è contro o sopra gli altri ma la capacità di stare in silenzio e saperci ascoltare.

E’ nato così ridotto di non molte pagine e con sentenze brevi qualcosa su cui pensare perché la mente spesso galoppa anche se noi vorremmo fermarla e dirigerla a rifletter sul nostro modo di essere per un’analisi che non può mancare di accrescerci nel positivo.»

Continua la ricerca di una risposta alla voglia di vivere, alla paura del futuro. Nell’opera di Laiolo c’è spazio per tutto questo, ma anche per un’originale dimensione giocosa, quella che lo induce a immaginare un Dante taciuto e segreto, umano e carnale.

Per contatti: Adriano Liaolo, 14058 Monastero Bormida (prov. Asti), piazza del Mercato n.1, cell. 338 1794012 - laiolodria@gmail.com

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