Lavoratori stagionali in Valle Belbo: situazione al limite della dignità

Sistemazioni provvisorie dei vendemmiatori stagionali in regione Dota, a CanelliTra i capannoni dell’area industriale di Canelli, in un grande spiazzo, ai piedi delle colline dove tra i filari di Moscato procede il raccolto,   l’area attrezzata con due bagni, una doccia, un attacco per l’acqua corrente per almeno duecento ‘vendemmiatori stagionali’ provenienti dai paesi dell’Est (Romania, Ungheria, qualcuno dalla Macedonia). Venti giorni, un mese di lavoro tra le vigne per raggranellare un gruzzoletto e poi via. Molti non conoscono che qualche parola d’italiano.

CENTRO DI ACCOGLIENZA DELLA CARITAS DI DI CANELLILa precarietà dell’area si tocca con mano. Questa la denuncia di Giovanni Prezioso, segretario della Cgil di Asti: “Situazioni al limite della dignità”. E racconta di incontri in Prefettura, a sensibilizzare le istituzioni su un fenomeno in continua espansione.

Situazioni analoghe sono segnalate in altri centri della Valle Belbo.
“Ancora venerdì scorso sono stato in Prefettura, ad Asti, per segnalare come non sia decoroso ospitare lavoratori in questo modo – spiega Prezioso -. Ho fatto presente che le temperature notturne si sono abbassate. Così, nella serata di venerdì, la Protezione Civile ha distribuito coperte agli accampati”.

Preziosi, quotidianamente, visita il  campo di regione Dota per portare acqua e cibo, omaggi di alcuni supermercati. “Ma,  noi ci occupiamo anche del loro stato di lavoro, di come vengono pagati. Vogliamo essere loro vicini in modo tangibile e socialmente utile”.

Nel guardare le tende di fortuna, ricavate da teli in plastica e cartone, o i fili stesi tra i lampioni da cui pende un tendaggio a far da rifugio da sole e pioggia, Prezioso osserva come “nella ricca Canelli, associazioni, gruppi di volontariato, istituzioni non abbiamo pensato ad una sistemazione dignitosa. Nel cuneese, ad esempio, le organizzazioni agricole hanno fornito container: qui no. Perché? Così è negare i diritti elementari delle persone. Forse – aggiunge – c’è la paura che, con un qualcosa di strutturato, questo fenomeno da stagionale possa diventare  stanziale”.

Il sindaco Marco Gabusi: “Sento fare discorsi, anche coerenti, ma mi chiedo: dov’erano queste persone negli anni scorsi quando siamo stati lasciati soli a gestire un flusso certamente ben più imponente di quest’anno? Nel cuneese ci sono campi attrezzati? Sarà, ma il Comune di Canelli ha speso denaro e messo in campo molti interventi per l’accoglienza. Voglio vedere chi, nell’Astigiano, ha fatto almeno quanto noi. Ben vengano privati e gruppi sociali senza, però, scaricare responsabilità su altri”.

Ma, a Canelli, oltre il campo di fortuna in regione Dota, c’è da notare che la Caritas ha predisposto 25 posti, con cucina, servizi e lavanderia, e che altri 35 posti letto con servizi, cucina, lavanderia, sala pasti, sono stati preparati dalle cooperative ‘Lavorare insieme’ e ‘Ponte di pietra’, i cui dirigenti hanno dichiarato: “Abbiamo fatto appena  quello che ciascun datore di lavoro o ciascun cristiano o uomo deve fare”.

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