>> Summit sulle bollicine italiane più esportate nel mondo

Sotto le antiche e suggestive volte dell’ex Foro Boario di Nizza Monferrato, in piazza Garibaldi, ha avuto luogo, dalle ore 18 di giovedì 6 dicembre, l’incontro tra i protagonisti del mondo dell’Asti docg e del Moscato d’Asti docg, dal titolo “Un dolce brindisi al futuro”, a cui hanno partecipato Giovanni Bosco, presidente del Ctm, il movimento che preserva tradizioni e cultura del Moscato, Giovanni Satragno di Assomoscato (viticoltori); Valter Bera e Andrea Ghignone (enoteche regionali di Mango e Canelli), Roberto Cabiale (Coldiretti), Lorenzo Giordano (Cia), Roberto Abellonio (Confagricoltura) e Giovanni Borriero (Comuni del Moscato).oltre 300 tra giornalisti e operatori del settore .

 

Il moderatore del summit Sergio Miravalle, quasi completamente afono, ha dovuto limitare fortemente il suo ruolo di direttore d’orchestra. A raccontare com’è andata la vendemmia 2012 e a decifrare i dati nazionali e mondiali del comparto, è intervenuto il direttore del Consorzio dell’Asti docg Giorgio Bosticco che, aiutato da grafici, ha evidenziato molte luci e alcune ombre della situazione.

Tra i dati da lui forniti sull’uva Moscato: 9700 ettari di terreno (di cui 1000 a Santo Stefano), con una resa che ha raggiunto nel 2012 i 108 q/ha (con un leggero calo rispetto ai 115 q/ha del 2011), con una produzione totale di più di 1 milione di quintali d’uva Moscato (valore complessivo 100 milioni di euro, quasi 11 mila euro per ettaro). Ovvero 756mila hl, cioè 100 milioni di bottiglie. Le informazioni sulle vendite dell’Asti sono state acquisite, tramite rilevazioni con scanner effettuate nei supermercati. Usa, Germania, Regno Unito, Russia e Italia sono le aree geografiche più monitorate.

Dai dati ottenuti si sono ricavate indicazioni molto utili: il mercato degli spumanti va bene negli Usa (si parla di ‘moscatomania’) ma l’Asti ha registrato un -12%. In Russia il blocco per 5 mesi delle dogane ha influito negativamente. Si è posto quindi il problema del riposizionamento dell’Asti (“l’eccellenza degli spumanti dolci”) sia nel mondo che in Italia. Tra i dati italiani colpisce il fatto che l’Asti, che è esportato per l’85% in tutto il mondo, non viene consumato nelle regioni del Nord Italia ed è snobbato in casa propria. Un altro dato su cui riflettere è che per il 63-68% a consumarlo siano le donne.

Tra i protagonisti del summit, Giovanni Bosco del Coordinamento Terre del Moscato che, un anno e mezzo fa, aveva ‘inventato’ i ‘Sorì’ ovvero i terrreni con forte pendenza  coltivati a Moscato, dove quello che fa la differenza è la fatica, l’intraprendenza e la determinazione del contadino. “Le pendenze dei Sorì sono talvolta superiori alle salite affrontate dai campioni di bicicletta del Giro d’Italia e del Tour de France” ha sottolineato Miravalle. Per questo si parla anche di ‘vigneti epici’.

Satragno ha sottolineato che “con i ‘Sorì’ per la prima volta si riconosce il valore del lavoro, ma non bisogna dimenticare che essi producono anche qualità.” Ha quindi introdotto il problema della flavescenza dorata proponendo, per debellarla, oltre ai trattamenti tradizionali, quelli non calendariati e una seria “lotta ai gerbidi”, rivolgendo l’invito ai sindaci dei Comuni del Moscato di emanare delle ordinanze. Gli ha fatto eco Giovanni Borriero, sindaco di Costigliole e presidente dell’Associazione dei Comuni del Moscato, che ha accennato anche all’imminente uscita del nuovo regolamento di polizia rurale.

Puntuali e incalzanti tutti gli interventi. Da tutti sono arrivati appelli alla necessità di compattare un settore troppo spesso, in passato, lacerato da divisioni con la volontà di lavorare e collaborare insieme.

“L’imperativo è stare uniti e  stare ancorati al territorio, alla storia, alla cultura, alla qualità e tipicità – ha sottolineato Gianni Marzagalli, da sette mesi presidente del Consorzio – Il mio obiettivo è soprattutto quello di promuovere e assicurare all’interno del Consorzio il dialogo e il confronto, d’incentivare il reddito di chi coltiva come di chi commercializza.» E ha parlato di ‘scienze strategiche’ e di ‘immagine’ dell’Asti.

“Nei prossimi anni, – ha quindi aggiunto – bisognerà incrementare i consumi nel mondo (in particolare negli Stati Uniti d’America) e in Europa (in Germania) e guardare con crescente attenzione al mercato cinese e a quello russo. Inoltre è necessario destagionalizzare i consumi.”

“Prima di Natale – ha quindi promesso, a conclusione dell’incontro – saranno rese note le nuove adesioni al Consorzio e i ‘rientri'”.

E ha annunciato alcune novità, come la missione in Cina, fissata per la prossima settimana; le riunioni con Case spumantiere e viticoltori per spiegare e concordare strategie e progetti. E, per assicurare maggiore trasparenza della gestione del Consorzio, ha anche anticipato la novità della pubblicazione delle risorse e delle spese  sul sito Internet consortile (in restyling).

Valter Bera, presidente dell’Enoteca di Mango, ha anche ricordato l’appuntamento del Moscato Wine Tasting, dal 7 al 16 dicembre, all’Enoteca di Mango, in cui l’Asti docg e il Moscato d’Asti docg freschi di vendemmia saranno protagonisti di degustazioni.

Un altro appuntamento, più lontano nel tempo, ma da non trascurare è quello dell’Expo 2015 in Italia, caldeggiato da Borriero.

(a cura di Gabriella Abate)

 

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