Coldiretti, con l’abbondanza di piogge, ci sono più uve ma anche più costi

Per i viticoltori dell’Astigiano inizia il periodo più importante dell’anno. Nel fine settimana si staccheranno i primi grappoli di Moscato d’Asti per la produzione dell’omonimo vino docg, dell’Asti e dell’Asti secco. Dalla prima decade di settembre prenderà il via la raccolta delle uve a bacca nera, per entrare nel vivo dal 20 settembre con la vendemmia delle uve più rappresentative del territorio, le Barbera d’Asti.
Come spesso accade in questo periodo l’esito della vendemmia è un libro bianco tutto da scrivere.

L’anno passato dopo le terribili gelate e le grandinate, si implorava la pioggia per attenuare lo stato siccitoso, quasi rassegnati ad un’annata povera di soddisfazioni. Proprio nell’imminenza della raccolta delle Barbere la pioggia arrivò e l’annata si trasformò da pessima in memorabile.

Difficile dunque fare previsioni, anche per l’annata in corso. Su una cosa ci si può già sbilanciare dicono alla Coldiretti Asti: “Siamo in presenza di un’annata variabile, come il tempo che ha fatto dannare i viticoltori”.

“Le piogge persistenti – ci spiega il tecnico viticolo di Coldiretti Asti, Piero Bosca – hanno portato a una vegetazione esplosiva e così si sono dovute moltiplicare le operazioni in verde, quali la scacchiatura e la cimatura, in più combattendo una vera battaglia con l’erba che sorgeva rigogliosa”.

Da queste prime considerazioni si può capire come i viticoltori non abbiano di certo potuto fare vacanze lunghe al mare e non abbiano passato giornate molto tranquille, se poi si tengono in considerazione gli interventi a difesa delle malattie della vite, allora si comprende quante possano essere le variabili per approdare a una più o meno buona vendemmia.
“Peronospora, oidio e muffa grigia – specifica Bosca – hanno richiesto interventi puntuali e numerosi, anche per la difficoltà nel bagnare bene i grappoli a causa della folta vegetazione”.
Per una valutazione complessiva occorre poi tenere in considerazione il danno, a macchia di leopardo, causato dal maltempo, non solo le grandinate, ma anche le cosiddette “bombe d’acqua”, veri e propri nubifragi con, in alcuni casi, danni pesanti causati dalle forti raffiche di vento.
Questa variabilità del tempo, ha comunque garantito una produzione sopra la media specialmente per Moscati, Barbere, e Dolcetti. Apparentemente potrebbe sembrare positivo, in realtà lo era un tempo, invece oggi, soprattutto per garantirsi vini di alta qualità, questo ha provocato ulteriori aggravi di spesa nella gestione dei vigneti.
“Specialmente sui rossi – conferma Bosca – si sono dovute effettuare drastiche riduzioni delle rese produttive, procedendo a diradamenti manuali che hanno fatto aumentare a dismisura le ore lavorate in vigneto”. Quindi, al di là di tutte le variabili, laddove “si è provveduto a regolarizzare la produzione e si sono mantenute sane sia la vegetazione che le uve, ad oggi, la qualità può considerarsi per lo meno buona, se non ottima”.
Da quest’anno il trasporto delle uve da vino può essere effettuato senza la compilazione di documenti, se effettuato entro 70 chilometri di distanza.