FestiCamp Cia, Le potenzialità inespresse della giovane agricoltura

Tanti ostacoli all’accesso, ma anche grande passione e volontà di innovazione. A Massimo Fiorio l’Agrestino e la Targa Oddino Bo al giovanissimo Enrico Barbero

L’affermazione può sembrare ovvia ma non è così inutile come sembra, ribadire che “non c’è futuro in agricoltura se non ci sono i giovani agricoltori” e che, se le cose non cambiano in fretta, c’è il concreto rischio che “l’agricoltura del futuro resti senza agricoltori”. Due sintetiche citazioni, la prima del presidente regionale della Cia, Gabriele Carenini, la seconda del presidente nazionale Dino Scanavino, di quanto è stato detto durante la Tavola Rotonda “La giovane agricoltura: quale futuro?” che ha aperto, a Castelnuovo Calcea, la trentatreesima edizione della Festicamp, annuale appuntamento degli agricoltori soci della Cia di Asti.

L’incontro, dopo un saluto, vibrante e non privo di polemica sull’assetto del sistema Unesco, del presidente del Consorio Barbera d’Asti, Filippo Mobrici, è stato aperto da un’appassionata introduzione del presidente provinciale della Confederazione, Alessandro Durando, mentre alla Tavola rotonda hanno preso parte il presidente regionale dei Giovani Imprenditori agricoli, l’astigiano Danilo Amerio, Alessandra De Santis, giovane rappresentante Cia a Bruxelles, il presidente di Sistema Monferrato Andrea Cerrato, il presidente provinciale della Cia di Pavia, coetaneo di quello di Asti, Davide Calvi e Massimo Fiorio, il parlamentare che tra le altre cose, ha curato la redazione del Testo Unico della Vite del Vino.

“Rinnovarsi senza snaturare il nostro compito”, ha affermato Durando, mentre Amerio ha sottolineato i tanti limiti che ostacolano l’insediamento dei giovani in agricoltura (difficile accesso al credito, eccesso di burocrazia, difficile reperimento di terreni coltivabili, ecc.), ma anche i lati positivi di un “mestiere” che richiede passione nonchè voglia di innovare e sperimentare. Particolarmente interessante l’intervento di Alessandra De Santis che ha illustrato i contenuti della nuova PAC (Politica Agraria Comunitaria),attiva dal 2021 al 2027. “Nel progetto presentato nei mesi scorsi – ha detto – si prospettano tagli alle disponibilità finanziarie del 4% in totale e del 15% per il particolare settore dello Sviluppo Rurale. Tagli inaccettabili su cui la Cia è nettamente contraria e sta lavorando per mantenere inalterate le attuali disponibilità economiche. Ci sono peraltro anche molte novità – tra cui la probabile scomparsa dei PSR, sostituiti da un Piano nazionale – per rendere la PAC meno rigida, più incline all’innovazione ed all’aiuto ai giovani, per cui sono previste specifiche misure di sostegno nell’acesso al comparto”.

Del Sistema Monferrato, consorzio che si propone di sostenere e favorire la vocazione turistica dell’intero territorio monferrino, ha parlato Andrea Cerrato chiedendo ai giovani agricoltori di mettere in campo fantasia e capacità di promozione.

Un’interessante confronto con due grandi “terre da vino e da vite” come l’Astigiano e l’Oltrepò pavese è stato il tema di conversazione di Davide Calvi che ha illustrato le iniziative, dopo lunghi anni di scarsa capacità promozionale, avviate dai giovani viticoltori in Oltrepò, storico “serbatoio” di uve per gli spumanti piemontesi.

Massimo Fiorio ha puntato l’attenzione sulla necessità, se si vuole svecchiare il comparto agricolo, di affrontare una volta per tutte il problema dello snellimento del sistema burocratico che oggi frena quasi sempre il cambio generazionale, aggravato da una sorta di italiana vocazione a complicare anche le cose semplici, come nel caso, tornato di grande attualità, dei voucher.

Intervento di chiusura quello del Presidente nazionale Scanavino che, criticando vivacemente le proposte d riduzione finanziarie della nuova PAC, ha poi sostenuto l’esigenza di mantenere ben vivo il comparto agricolo non solo per il suo ruolo “alimentare” ma anche per quello sociale. “Se è vero – ha affermato – che l’Italia ha il più basso tasso di giovani in agricoltura d’Europa – solo il 6% – è altrettanto vero che il fatturato delle loro aziende è il doppio di quelle del resto della Ue. Questo vuol dire che questi giovani sono magari pochi, ma molto bravi, con potenzialità che devono essere sviluppate piuttosto che, come accade sovente, fagocitate”.

Il pomeriggio della Festicamp si è concluso con la consegna dell’Agrestino, riconoscimento che la Cia assegna ogni anno ad un personaggio che si sia segnalato per l’opera di valorizzazione della cultura contadina, a Massimo Fiorio. Ad un giovanissimo agricoltore astigiano, il poco più che ventenne Enrico Barbero di Portacomaro Stazione è stata invece consegnata, presente la vedova Stella Caviglia, la Targa “Oddino Bo” che ricorda un grande dirigente della Confederazione e la sua instancabile opera a favore dei diritti degli agricoltori.