Al secondo forum nazionale sul Metodo Classico, una “santa alleanza” delle bollicine

Una “santa alleanza” delle bollicine per fare fronte comune su marketing, comunicazione, promozione. L’esigenza di camminare insieme è stata il leit motiv al secondo forum nazionale sul Metodo Classico che si è celebrato sabato 24 giugno nella Sala dello Stenditoio di Casa Contratto.

A metterla in evidenza le “quattro sorelle” dello spumante di qualità italiano, i consorzi di Franciacorta, Trentodoc, Oltrepò Pavese e Alta Langa. Voglia di percorrere una strada, se non proprio a braccetto, quantomeno uguale per tutti benedetta da istituzioni e politica accorse a Canelli sotto le volte delle “cattedrali sotterranee” Patrimonio dell’Unesco per sancire una forza che nasce dalla qualità e dal territorio.

E, seppur non ancora scritta nero su bianco, la volontà di mettere sul piatto storia, competenze, originalità, innovazione e tradizione ha trovato terreno fertile sin dall’inizio.

A parlare di «apertura», «collaborazione» e «fare sistema» è stato il sindaco, e presidente della Provincia, Marco Gabusi, che è entrato subito in tema, indicando orgogliosamente la primogenitura dello spumante italiano «nato a Canelli grazie all’intuizione di Carlo Gancia» e sottolineando come «il nostro territorio sia aperto a tutte le realtà del Metodo Classico perché insieme si costruisca una strategia comune».

Ricordando che «se lo spumante, e il vino, qui a Canelli, ma anche in tutte le altre realtà produttive, si portano dietro una forte economia dell’indotto, dall’enomeccanica a tutto quanto gira attorno al mondo del vino».

Concorrere a posizionare lo spumante italiano di qualità «in un mercato in forte crescita per occupare posizioni oggi ancora troppo sbilanciate a favore dei francesi» è stato il messaggio che Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura dell’Unione Europea, ha lanciato in collegamento da Bruxelles. Sfida subito accettata da Giuseppe Martelli, presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero per le politiche agricole. Con una serie di slide Martelli ha disegnato il quadro del settore e il rapporto delle boliccine nostrane con quelle degli altri Paesi produttori.

«In Italia se ne producono 34 milioni di bottiglie su 950 milioni di pezzi che la nostra enologia mette sul mercato ogni anno. E di queste 500 milioni sono di Prosecco. Un comparto che vale 5,6 miliardi di euro dove lo spumante, in dieci anni, è cresciuto dell’11 per cento».

Unità d’intenti, seppur con varie sfumature, è venuta da Pia Donata Berlucchi, presidente del Consorzio Franciacorta, Michele Rossetti, a capo dell’Oltrepò Pavese «che sta cercando di riconquistare le proprie posizioni» ha sottolineato, Sabrina Schench dell’Istituto Trentodoc e Giulio Bava che guida l’Alta Langa. «Dobbiamo raggiungere e fidelizzare il consumatore evoluto, quello che comprende le differenze e le apprezza facendo conoscere i nostri prodotti che sono espressione di cultura, impresa e territorio».

Ma la vera sferzata ad un cambio di rotta deciso è arrivata da Maurizio Danese, presidente di Verona Fiere. L’alto dirigente di quella che, oggi, e la massima espressione della promozione vinicola nazionale ha positivamente spiazzato la platea. «Verona Fiere mette a disposizione la propria macchina organizzativa per iniziative comuni sul Metodo Classico, dal marketing alla promozione in Italia e all’estero del prodotto». Salutato da un applauso scrosciante Danese ha rimarcato come «l’attenzione su questo spumante sia sempre più viva da parte sia degli operatori professionali sia dei consumatori. L’idea di un laboratorio ove concorrano consorzi e produttori non può che essere un momento di stimolo per le opportunità di mercato che può offrire».

Invito raccolto da Vanni Cornero, che nella sua chiosa finale ha parlato di una «strada nuova appena tracciata. L’invito lanciato per una “casa comune” del Metodo Classico non può essere lasciata cadere». Tanto che, all’ora dell’aperitivo, già si parlava di una terza edizione del forum fuori porta proprio a Verona. «Perché no? Ragioniamoci» è il commento di Cornero.