Risarcimento ACNA: i Comuni in prima linea!

Le vicende dell’alluvione dello scorso 24 e 25 novembre hanno messo drammaticamente in luce tutte le criticità della Valle Bormida e in particolare i rischi e i pericoli derivanti dalla mancanza di controlli e di monitoraggi effettivi sul sito dell’ex-Acna di Cengio, che è lambito dal fiume e in cui inevitabilmente anche in questa occasione si sono riversate sostanze inquinanti sotterrate o stoccate nell’area dello stabilimento.

Anche sull’onda di tale consapevolezza, a seguito di un incontro avvenuto a fine 2016 a Cortemilia, accogliendo l’invito dell’assessore dell’Unione Montana Alta Langa Pier Giorgio Giacchino, esperto conoscitore delle vicende Acna e protagonista fin dalla prima ora della lotta della Valle Bormida, si sono ritrovati a Monastero Bormida giovedì 16 febbraio i sindaci di tutti i Comuni rivieraschi astigiani per coordinare nuove importanti iniziative contro Syndial/ENI in vista delle azioni politiche e legali da intraprendere per portare avanti l’annosa questione del risarcimento dovuto alla popolazione e ai territori danneggiati dall’inquinamento.

Infatti il tavolo di lavoro appositamente costituito tra Ministero dell’Ambiente, Regione Piemonte, Regione Liguria e Syndial Spa non ha accolto le istanze presentate dai Comuni e anzi ha ribadito che gli stessi non sono neppure autorizzati a rappresentare i territori danneggiati, in quanto tale autorità è esercitata direttamente dal Ministero dell’Ambiente. Tuttavia recenti sentenze della Corte di Cassazione emesse per situazioni analoghe indicano proprio i Comuni come parte danneggiata e come attori per la gestione della pratica di risarcimento.

Non è difficile d’altro canto immaginare la torbida catena di interessi che sta dietro a questa partita, in quanto il risarcimento, peraltro mai quantificato con esattezza, è valutato in alcune centinaia di milioni di euro ed è ovvio che Syndial in questi anni ha fatto di tutto per far cadere nel dimenticatoio la pratica, coadiuvata in questo dallo storico appoggio della Regione Liguria e da un certo disinteresse dimostrato dalla Regione Piemonte, dove l’alternanza di dirigenti e assessori ha fortemente smorzato le attenzioni sulla nostra valle.

La vicenda ha avuto recenti sviluppi, soprattutto a seguito di audizione presso la Commissione Parlamentare di inchiesta sul traffico illecito dei rifiuti, nonché della procedura di infrazione confermata in sede di Commissione UE e della richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale sulla Zona 1 del SIN ACNA. Qualcosa si sta muovendo e i Comuni, veri danneggiati e autentici rappresentanti della gente del territorio, devono attrezzarsi contro avversari estremamente potenti, attrezzati e legalmente difesi da schiere di esperti legali.

Per questo la decisione unanime dei Sindaci è stata quella di dare mandato allo studio legale Caratti & Brignone di Savona di rappresentare e difendere i Comuni nelle azioni, istanze, procedimenti, richieste di qualsiasi genere e natura relativi alla vicenda Acna/Syndial, ivi comprese quelle di promuovere dinnanzi alla Commissione Europea e/o altri organi o commissioni sovranazionali azioni, istanze e/o procedimenti di qualsiasi tipo. Inoltre convocheranno i consigli comunali per adottare una delibera da inviare al Ministero, alle Regioni, all’Arpa, alle ASL in cui si chiede con forza l’attivazione di una valutazione di impatto ambientale per l’area 1 del sito Acna, dove nessuno è in grado attualmente di monitorare e seguire attività e lavori che da tempo si stanno svolgendo.

I Comuni hanno ritrovato l’antica compattezza e non lasceranno nulla di intentato, perché sono ben consapevoli che questo è l’ultimo tempo di una partita ancora aperta ma che troppi poteri forti vorrebbero seppellire così come sono state seppellite le tonnellate di rifiuti tossici e nocivi prodotti dallo stabilimento Acna e tuttora inscatolati nel “sarcofago” di cemento pericolosamente interessato dalla piena del Bormida.