“L’imprenditore Gianni Zonin avrebbe potuto attendere”

Cavallero EnricoEnrico Alessandro Cavallero, consigliere comunale di Costigliole d’Asti, interviene a proposito della cittadinanza onoraria che è stata concessa, nell’ottobre di due anni fa, all’imprenditore Gianni Zonin, che ha aziende agricole oltre che in Veneto anche in altre regioni italiane: «Mentre si seguono le vicende di Paolo Riccagno, nelle vesti di presidente del Consorzio dell’Asti, che si sarebbe adoperato per far includere il territorio del Comune di Asti tra quelli nei quali si può produrre Moscato docg, ci si chiede se tutto fosse andato liscio chi ne avrebbe avuto i benefici.

Uno di questi è l’imprenditore Zonin, proprietario della tenuta Castello del Poggio nel territorio comunale di Asti che avrebbe avuto garantito un vantaggio patrimoniale, in quanto il valore dei suoi terreni e dei suoi vini con la Docg sarebbe significativamente aumentato.

A perorare la causa Zonin, molti autorevoli personaggi della politica locale, che da tempo spendono parole di encomio nei confronti dell’imprenditore vicentino a sostegno dei suoi interessi nel mondo del vino. L’amministrazione comunale di Asti due anni fa gli riconobbe addirittura la cittadinanza onoraria, motivandola con il fatto che Gianni Zonin è uno degli imprenditori più lungimiranti del settore vitivinicolo, che ha scelto l’Astigiano per i suoi investimenti e i suoi progetti in ambito enologico valorizzando non solo le agro eccellenze del territorio, ma anche il paesaggio e il patrimonio storico e architettonico che oggi sono un tassello importante del sito Unesco dei paesaggi vitivinicoli piemontesi.

Chi mi segue ricorderà la mia presa di posizione contro questa iniziativa che ho definito illogica oltre che inopportuna. In quanto Zonin non rappresenta i produttori locali e non ha contribuito in nulla per valorizzare le nostre agro eccellenze, semmai ha cercato di avvalersene. La eventuale dpcg per i suoi vini non influirebbe sui bilanci delle imprese enologiche astigiane e di certo i suoi progetti storico architettonici ai più sconosciuti sono stati ininfluenti per il riconoscimento Unesco.

Ho anche spesso ribadito che, a mio parere, tale riconoscimento invece che premiare un imprenditore con interessi enormi nel campo industriale ed economico, doveva semmai essere riconosciuto ai tanti piccoli viticoltori, che con il loro lavoro sul territorio contribuiscono quotidianamente e in modo determinante alla qualità delle nostre produzioni, a preservare il territorio e a migliorare la nostra economia.

Credo di essere stato un buon premonitore anche perché Zonin, stando a quanto si legge in questi giorni su tutti i giornali, più che a contribuire a valorizzare l’economia del territorio astigiano e quello del vino in generale, sembra che si sia interessato ad ottimizzare i propri interessi speculativi e monetari. Per il padrone indiscusso per 20 anni della popolare di Vicenza, duri atti di accusa della magistratura per aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza, le associazioni di risparmiatori e i soci, che nella vicenda ci hanno rimesso parecchi soldi, ne hanno chiesto l’arresto per un buco di un miliardo di euro.

Non penso che gli amministratori vicentini siano così fieri delle operazioni finanziarie e imprenditoriali con curiosi incroci fra banca e aziende vitivinicole del loro concittadino. Sicuramente, almeno per il momento, a nessuno di loro verrà in mente di imitare la perspicacia della politica astigiana consegnandogli la cittadinanza onoraria.»