Disabilità e teatro, “Gli spettri dell’autismo”

La prima nazionale dello spettacolo “Gli spettri dell’autismo”, terzo appuntamento della rassegna teatrale “Gli Altri” per rammentare i diritti e far conoscere le persone con disabilità.​ 

Ad Asti, lo spettacolo verrà replicato tre volte: il 29 e il 30 gennaio, alle ore 21.30, il 31 gennaio, alle ore 20.30​, nella Casa del teatro 1 in via Goltieri, prima nazionale dello spettacolo “Gli spettri dell’autismo”, terzo appuntamento della rassegna teatrale “Gli Altri” per rammentare i diritti e far conoscere le persone con disabilità.​

Con il patrocinio del Comune di Asti; in collaborazione con il Settore Politiche Sociali e Volontariato e in condivisione con il Settore Istruzione e Servizi Educativi, il Settore Cultura e Manifestazioni.

La rassegna si propone di sensibilizzare la cittadinanza alle problematiche sociali attraverso il teatro perché crediamo che l’Arte sia, innanzitutto, comunicazione. Non siamo fautori dell’arte intesa come monologo interiore dell’artista con se stesso, con il proprio immaginario mondo interiore fatto di ridondanti analisi psicologiche sulla propria individualità; crediamo, piuttosto, nell’artista che vive nel proprio tempo, inteso come momento sociale, culturale e geografico.

In tale prospettiva, l’Arte ritorna ad essere un mezzo di comunicazione e di dialogo tra l’artista, portavoce di un tessuto umano specifico ma, al tempo stesso, globale, e il pubblico, non fruitore passivo del prodotto artistico, ma “parte di “quel Tutto” che va in scena dove la trasfigurazione teatrale del “Reale” è sicuramente finta ma mai falsa.

Una rassegna che deve contribuire ad alimentare quella speranza e forza che dobbiamo a tutti coloro che continueranno ad affrontare battaglie difficili. E non solo a loro, ma a noi tutti perché l’arte ha il dovere sociale di dare sbocco alle angosce della propria epoca.

L’artista che non ha accolto nel fondo del suo cuore, il cuore della propria epoca, non è un artista e la macchina teatrale si propone di raccontare, di porgere al pubblico delle storie senza necessariamente dover spiegare o fornire risposte/ soluzioni, ma piuttosto nuove domande, necessarie provocazioni , perché il teatro con il potere visionario è in grado di dare corpo ad una vicenda, che diventa lo strumento con cui comunica senza filtri, barriere o montaggi, diventando testimone obiettivo e imparziale del nostro tempo.

Guardiamo ormai distaccati senza battere ciglio a tutti i mali e a tutte le sofferenze di questo mondo come se fosse una favola brutta, irreale ma che non ci riguarda, alla fine dei conti! Finché un giorno, senza preavviso, una realtà tragica irrompe improvvisamente nelle nostre esistenze cambiando per sempre le nostre vite.

Attraverso la finzione teatrale avremo la possibilità di guardare, come testimoni, una verità che ci scorre davanti agli occhi senza filtri e forse riusciremo a vivere l’emozione vera con tutti i suoi reali rischi, perché ogni volta che l’arte fa aprire una porta, automaticamente induce il pubblico a varcare una soglia che lo conduce “Altrove”.