Il Consorzio dell’Asti brinda al riconoscimento Unesco e al gioco di squadra

foto 3 piccolaIl Consorzio dell’Asti docg partecipa con entusiasmo ai festeggiamenti per il riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità decretato dall’Unesco dei territori del vino di Langhe-Roero e Monferrato. La delegazione piemontese che a Doha, capitale del Qatar, ha seguito la proclamazione, ha brindato con le bottiglie di Asti docg istituzionali inviate dal Consorzio come segno benaugurale di conclusione di un lungo iter di preparazione della candidatura, ma soprattutto all’inizio di una nuova stagione di successi per l’intero territorio.

Il presidente del Consorzio dell’Asti Gianni Marzagalli commenta soddisfatto: “Il riconoscimento dell’Unesco è un traguardo raggiunto, ma non è la fine della corsa, anzi d’ora in avanti tutti debbono avere la consapevolezza di operare in una terra che va ancor più valorizzata e rispettata”.

Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio, ha seguito da vicino le complesse vicende che hanno portato al prestigioso riconoscimento Unesco: “Siamo particolarmente felici che una delle sei “core zone” che rappresentano il cuore dell’area tutelata dall’Unesco sia dedicata all’Asti spumante e alle cattedrali sotterrane di Canelli, da dove la proposta di chiedere la tutela Unesco è partita e si è sviluppata”.

Bosticco, che è anche di recente stato eletto alla presidenza del “Consorzio Piemonte, Land of perfection”, che raggruppa i principali consorzi del vino piemontese ricorda la necessità di “fare gioco di squadra con una spinta e una determinazione nuova, sapendo che le nostre terre e il lavoro dei nostri vignaioli sono ora riconosciuti in tutto il mondo e sono diventati non più nostri, ma di tutti coloro che amano considerarsi cittadini del mondo, esattamente come l’Asti spumante, il più brindato nel mondo tra le bollicine italiane a docg”.

 

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