La squadra di Cerreto Guidi vince la Carra ed ha la meglio sui macedoni di Montegrosso

IMG_0199Sicuramente la parte dell’Assedio di Canelli più dinamica e coinvolgente per il pubblico è il gioco della carra che vede contrapposte otto squadre di spingitori (ciascuna con nome di fantasia o che rievoca la propria origine etnica) in rappresentanza ciascuna di un Comune. Quest’anno, domenica 22 giugno, si sono fronteggiate le squadre di: Canelli (“I Briganti”), Costigliole (“Il Ponte di Pietra” macedoni), Calosso (“I Conti Bovan”), Moasca (“I conti di Bulgaria”), Montegrosso (“Il marches di Mance” squadra macedone di Alessandro Magno), Coazzolo (gruppo “Villa Medicea di Cerreto Guidi), Castagnole Lanze (“La Cerchia”), San Marzano Oliveto (“Amazzoni occitane”).

La finale ha sorpreso gli spettatori avvezzi per anni ad acclamare vincitori la squadra dei nerboruti macedoni. Invece, questa edizione della Carra ha imposto le insegne di Coazzolo (difese dalla squadra toscana di Cerreto Guidi) che hanno avuto in finale la meglio su quelle di Montegrosso (difese dai macedoni della squadra “Il marches di Mance”) sia nella prima che nella seconda gara.

Nel primo giro di eliminazione la squadra di Coazzolo aveva avuto la meglio contro quella di Castagnole Lanze, mentre quella di Montegrosso contro la formazione di Moasca. Nel secondo giro di eliminazione la squadra di Coazzolo aveva avuto la meglio sulla squadra di Costigliole, quella di Montegrosso su Calosso.

L’assessore alle manifestazioni Paolo Gandolfo ha sudato sette camicie per contenere i tifosi dell’una e dell’altra squadra e per sorvegliare il corretto andamento della gara, affiancato da Aldo Gai (nei panni del colonnello Taffini) più propenso a sostenere le energiche amazzoni, eliminate già nel primo giro nonostante la loro ferrea volontà ed energia.  

In finale, la vincitrice tra le due squadre, pari come forza e come stazza a giudizio del pubblico, è risultata quella favorita, quella toscana, di cui, un anno fa, erano state accolte in terra canellese le rappresentanze cittadine per fare loro dono di due drappi, gratuitamente realizzati dal noto maestro illustratore canellese Giancarlo Ferraris, rappresentanti lo stemma del Comune e le quattro contrade partecipanti al Palio del Cerro (famosa rievocazione storica cinquecentesca “medicea” che, da 45 anni, si svolge a Cerreto Guidi nel mese di luglio e comprende diverse gare rinascimentali).

Tra Canelli e Cerreto Guidi (di pari consistenza demografica) vi è una sorta di gemellaggio storico artistico, visto che il rapporto fra le due città risale ai primi anni dell’Assedio. Ed inoltre entrambe le cittadine, contano su un’ampia partecipazione popolare in costume e un forte impegno organizzativo anche per l’allestimento scenico. (Gabriella Abate)

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