Confagricoltura Asti: «No al tappo corona per il Moscato d’Asti docg»

Le bottiglie di Moscato d’Asti chiuse con il tappo corona, come una bibita gasata qualsiasi, una cola, o un’acqua minerale. È così che si vuole valorizzare una risorsa dell’enologia italiana? È così che si difende una docg vinicola invidiataci da tutto il mondo? È scimmiottando le gazzose, magari aprendo anche alle lattine a strappo, che si vuole diffondere la cultura del vino italiano? La strada è dunque quella di omologarci verso il basso?

A tutti questi interrogativi, imposti dal fatto che la Regione Piemonte ha chiesto al Comitato vitivinicolo nazionale di sospendere la decisione di cancellare la norma (abusivamente inserita nel disciplinare)che consente di tappare il Moscato d’Asti docg con il tappo corona, Confagricoltura Asti (direttore Francesco Giaquinta) risponde di no.

Non si può e non si deve, magari per fare piacere a qualche griffe o presunta tale, andare dietro alle mode e abbassare l’asticella della qualità del marketing, concedendo a multinazionali del beverage comparazioni, anche visive, che sarebbero imbarazzanti per i produttori di Moscato d’Asti docg.

Quegli stessi produttori che si aspettano attenzione e intransigenza da parte di enti e associazioni che da sempre si ergono a difesa della filiera. Bene, questo è il momento di dimostrare una volta per tutte se queste posizioni sono vere o sono state assunte solo ipocritamente, a baluardo di un “cerchio magico” che tende a fare il bello e il cattivo tempo, a fare sempre e comunque i propri interessi.

È una situazione insostenibile e ingiusta. Insostenibile perché il mondo del Moscato ha bisogno di differenziarsi da altri mondi che nulla hanno a che fare con la sua cultura e coltura. Ingiusta perché collide in modo clamoroso ed evidente con l’immagine di un vino fortemente legato a un territorio molto distante dalla cultura del fast drink. Il nostro Moscato, al contrario, è slow drink, fresco e naturale, senza altri zuccheri se non quelli dell’uva da cui prodotto.

Non è poco. E il tappo corona, nonostante alcuni sfortunati esempi, non è certo segnale di cultura vinicola.

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