Continua “Teatro a Veglia” con gli Acerbi a Incisa

Il cartellone della terza edizione della rassegna “Teatro a Veglia” (inserita nella Residenza Multidisciplinare “Astesana”), promossa dal Comune di Incisa Scapaccino, con il sostegno della Regione Piemonte e della Fondazione CRT, e la direzione artistica del Teatro degli Acerbi, si è aperto con successo venerdì 20 settembre a Borgo Villa d’Incisa Scapaccino (At), nella suggestiva location del Loggiato di Casa Grazioli (Via Umberto I n.7): Massimo Barbero del Teatro degli Acerbi ha interpretato “Pinin e le masche” di Luciano Nattino, da un racconto di Davide Lajolo.

Il cartellone proseguirà venerdì 18 ottobre nel teatro nell’ex Cantina Sociale con il Teatro delle Selve che presenterà “Buon vino, favola lunga”, un divertentissimo excursus tra le storie e i miti dedicati al vino per poi chiudersi venerdì 29 novembre con “Teatro, che pazzia” della compagnia amatoriale nicese “Spasso carrabile”.
L’ingresso per le serate è a offerta.

«Portiamo avanti il pensiero ed il marchio “Teatro a Veglia”  – commenta Fabio Fassio del Teatro degli Acerbi – per richiamare il bisogno della gente di ritrovarsi, di stare insieme, di raccontarsi, un modo di condividere che, benché sembri ormai irrimediabilmente perduto nelle reti del virtuale, è invece un’esigenza che va riscoperta e valorizzata per riscoprire il senso di comunità e di appartenenza al luogo.
Siamo certi che le “veglie” a cui il pubblico sarà invitato a partecipare dalla fine dell’estate all’autunno saranno un’occasione di incontro assai piacevole: abbiamo scelto compagnie professionali e amatoriali di questo territorio per offrire una proposta artistica variegata e stimolante.»

La storia di Pinin è la storia di un solitario abitatore dei boschi che non torna più in paese da tempo. Ai pochi che riescono a trovarlo egli parla della sua vita, di un lungo viaggio, di un amore, di ricordi, di mondi possibili. E di “masche”, amiche e sconosciute, protettrici e crudeli.
Per incontrare Pinin infatti è necessario andare nei suoi luoghi, che sono distanti dalla civiltà, dai rumori dell’oggi. Dunque occorre innanzitutto camminare per piccoli sentieri e poi attendere in un luogo specifico, tra il fitto degli alberi, prendendo posto attorno a una torcia.

E, se non si è troppo rumorosi o curiosi, lui, Pinin, potrebbe arrivare. E’ brusco, selvatico, non parla volentieri ma, se gli prende la vena buona, può parlare a lungo. Le sue sono storie di alberi, di uomini, di un amore lontano.
Sono anche storie di guerre, di ricordi, di viaggi, di fughe. E sono, soprattutto, storie di masche, storie di quegli esseri che proteggono, a modo loro, la terra.