Libera: la lotta alla mafia negli ultimi venti anni

Sabato 14 settembre 2013, alle ore 17,30, nell’Aula Magna del Liceo Classico di Acqui Terme (in corso Bagni) si svolgerà l’incontro I germogli della memoria nel ricordo di Antonino e Stefano Saetta. L’introduzione è a cura dei giovani del presidio acquese. Gina, Gabriella e Angelo, familiari di Antonino e Stefano Saetta, riferiranno la loro testimonianza. Interverrà Francesca Rispoli, coordinatrice nazionale di “Libera”, e daranno il loro contributo dei gruppi musicali giovanili acquesi Zarabù – Les Enfantes. Apericena “equoesolidale”. Coordina Carlo Piccini, responsabile provinciale di “Libera”.

Antonino Saetta, già giudice presso il tribunale di Acqui, presidente di Corte d’Appello a Palermo, fu ucciso dalla mafia nel settembre di 25 anni fa, con il figlio Stefano, nato ad Acqui al quale è dedicato il presidio acquese di “Libera” nel settembre di 25 anni fa, con il figlio Stefano, nato ad Acqui al quale è dedicato il presidio acquese di “Libera” “Stefano Saetta”.

L’incontro è oganizzato dall’ass. Libera in collaborazione con Agesci –  Gruppo Acqui 1 ACI – Azione Cattolica Acqui EquAzione, CittadinanzAttiva, Centro Culturale “A.Galliano”, Tilt– Acqui, Associazione “Memoria Viva” di Canelli, MASCI – Acqui, Par. Civ. Al – Alessandria, Istituti di Istruzione Superiore “G.Parodi” e “R.Levi Montalcini”,  con il patrocinio del Comune di Acqui Terme.

Antonino Saetta nasce a Canicattì nel 1922 terzo di cinque figli. Si laurea in Giurisprudenza presso l’università di Palermo col massimo dei voti e la lode e vince il concorso in magistratura nel 1948. Viene assegnato, quale prima sede di servizio, ad AcquiTerme, dapprima con funzioni di Pretore e poi di Giudice Istruttore. Nel 1952, sposa Luigia Pantano, farmacista, anch’essa di Canicattì. Ad Acqui Terme nascono i primi due figli, Stefano e Gabriella. Nel 1955, si trasferisce a Caltanissetta, ove
diviene Giudice di Tribunale. Lì nasce il terzo figlio, Roberto. Si  trasferisce quindi a Palermo, nel 1960, dove svolge – salve brevi parentesi – la maggior parte della carriera. Antonino Saetta verrà ucciso dalla mafia,  assieme al figlio Stefano, il 25 settembre 1988, sulla strada che collega Palermo a Canicattì. Un eroe semplice, Antonino Saetta. Un eroe “vestito di  normalità” lo ha definito il suo amico Carmelo Sciascia Cannizzaro che, in occasione del ventennale dell’omicidio, ha pubblicato un libro che illustrafinalmente questo spesso dimenticato delitto.  Saetta, dice Cannizzaro: “È stato definito un eroe, un martire della giustizia.

Questa consapevole accettazione del pericolo da parte del giudice Antonino Saetta, compiendo il suo dovere senza chiedere scorta né altre forme di protezione… forse fu davvero eroismo”.
“La conoscenza della vicenda di Antonino e Stefano Saetta è indispensabile per chiunque voglia realmente comprendere cosa sia stata la lotta alla mafia negli ultimi venti anni, e quale sia stato il livello dello scontro… Una vicenda con due peculiarità uniche perché, per la prima e sinora unica volta, è stato ucciso un magistrato giudicante; unica perché, per la prima e unica volta, insieme con il magistrato da uccidere, è stato ucciso anche suo figlio”.