Tagli al trasporto pubblico: in difficoltà anche Gelosobus di Canelli e Giachino di Villanova

La Regione deve alla ‘Gelosobus’ 2,5 milioni di euro. Servizi e dipendenti tagliati al 50%? Dopo la protesta di lunedì 15 aprile a Torino, con una cinquantina di autobus di varie aziende private contro i tagli al trasporto pubblico operato dalla Regione, mercoledì  17 aprile, ad Asti, si è svolta una manifestazione spontanea, con dieci bus, promossa dagli autisti delle ditte astigiane ‘Gelosobus’ di Canelli e ‘Giachino’ di Villanova che vantano arretrati dalla Regione, rispettivamente per 2,5 e 2,6 milioni di euro.

Nella protesta astigiana  gli autisti. oltre agli stipendi.  hanno puntato sui finanziamenti regionali che, tagliati fino al 70%, annienterebbero completamente il trasporto pubblico. Al termine della protesta con gli autobus, una delegazione di autisti  è stata ricevuta in Prefettura, presente il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo e e Bruno Spertino, vice sindaco di Calamandrana che ha contattato l’on. Massimo Fiorio che, sul tema, presenterà un’interrogazione dal  tono preoccupato: «Va rivisto il taglio al trasporto pubblico che porterebbe al caos per i cittadini, per molte aziende, per il tessuto economico  ed occupazionale, in particolar modo nelle nostre zone rurali dell’Astigiano».

A nome degli autisti, Maurizio Dovico della Gelosobus, ha insistito sul fatto che «evidentemente chi decide dove e come tagliare non conosce le problematiche  del territorio». «Il 15 aprile, ai 60 dipendenti – rilascia Nico Geloso – abbiamo consegnato un acconto per il mese di marzo e lunedì 22 aprile  daremo il saldo. Noi ce la mettiamo tutta! Combattiamo con le banche, con la Provincia, ma con i tagli al trasporto pubblico operato dalla Regione, saremo costretti a ridurre i servizi fino al 50% con una evidente riduzione del personale che, in base al nostro contratto,  non potrà neanche usufruire della Cassa integrazione

Lunedì 22 aprile ritorneremo a dimostrare a Torino. Da parte nostra lotteremo a non finire con manifestazioni, proteste, ma anche attraverso le vie legale. Noi con la Regione, nel 2010, avevamo sottoscritto un contratto che avrebbe dovuto durare 6 anni. Ovviamente abbiamo investito comprando autobus e la biglietteria elettronica, come da contratto. Dopo tre mesi ci è stata imposta una riduzione del 15% ed ora addirittura un taglio fino al 70%. E’ questo un problema piemontese, unico, in Italia. Speriamo!».

 

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