>> Enrico Cavallero: dieci interventi prioritari per il rilancio del settore vitivinicolo

Enrico Cavallero consigliere di opposizione del Comune di Costigliole d’Asti, indirizza una proposta di interventi per il rilancio del settore vitivinicolo a: Mario Catania Ministro dell’agricoltura, Antonio Catricalà Sottosegretario Pres. del Consiglio dei Ministri, Corrado Passera  Ministro dello sviluppo economico Claudio Sacchetto  Assessore all’agricoltura Regione Piemonte. Fulvio Brusa  Assessore provincia di Asti  all’agricoltura

“La Regione Piemonte ha una superficie vitata di 45.560 ettari; vi operano centinaia di aziende. Tra i comuni la superficie più estesa è quella di  Costigliole d’Asti (Provincia di Asti) con 1.141 ettari, coltivati da 454 aziende dedicate, con  potenzialità produttiva di 70.000 hl. Tra le aziende circa 200 sono quelle che imbottigliano e commercializzano direttamente i loro prodotti. Sono numeri importanti che potrebbero produrre ricchezza e benessere nel comparto  agricolo locale, ma purtroppo la situazione è diversa per la maggioranza delle aziende.

È evidente un enorme disagio sociale ed economico con redditi di una consistente parte di viticoltori  che risultano ampiamente al di sotto della soglia di povertà: una buona percentuale delle aziende vitivinicole da anni chiude i bilanci con ricavi di gran lunga inferiori ai costi….. I  prezzi delle uve, con le poche eccezioni dei Moscati e dei Nebbioli, sfiorano quotazioni da fame: il vino Barbera, in particolare, viene svenduto all’ingrosso a 30 cent. al litro, meno del prezzo dell’acqua minerale e non sarà certamente sufficiente  un’annata con poca produzione come questa a cambiarne le sorti. Tra i produttori di Barbera, l’età media dei lavoratori supera i 60 anni ed i giovani che lasciano il lavoro nelle aziende sono in costante aumento, così come in aumento sono i vigneti che ogni anno vengono abbandonati. Si denota purtroppo una scarsa efficacia nell’azione della politica, sia italiana che europea, nei confronti della produttività dell’agricoltura e così, come succedeva già in passato, gli unici interventi sono stati di assistenzialismo; i contributi sono stati distribuiti a pioggia, senza pianificare alcun intervento strutturale atto ad aiutare gli agricoltori a lavorare con competitività.

Si individuano e si propongono dieci interventi prioritari per il risanamento e il rilancio del settore vitivinicolo:

1. Equiparare il settore enologico e vitivinicolo agli altri settori produttivi affrontando quindi una revisione e rimodulazione dei parametri previsti dalla dichiarazione della crisi di mercato dei vini “Piemonte Barbera”, “Monferrato Dolcetto” e “Piemonte Brachetto”, con conseguente riesame degli stanziamenti destinati alla realizzazione delle altre misure previste dal piano di sostegno, assegnati alla Regione medesima con il decreto direttoriale 26 luglio 2010.

2. Semplificazione amministrativa, con apposito decreto degli adempimenti contabili ed amministrativi a carico delle imprese agricole.

3. Accesso al credito: le modeste dimensioni delle aziende, soggette anche ai  vincoli comunitari, devono avere le stesse condizioni di accesso al credito della grandi aziende o cooperative. Riducendo i tempi di concessione e prevedere, così come in essere per l’industria e l’artigianato, la creazione di Confidi di Garanzia a livello regionale.

4. Privilegiare le zone tradizionalmente vitate, evitando l’ampliamento delle zone di produzione, limitando i nuovi impianti al fine di migliorare la qualità e diminuire le rese nelle zone vocate, privilegiando i vitigni autoctoni

5. L’azione governativa atta a prevedere sgravi  fiscali alle grandi aziende del settore vitivinicolo, liquoristico e dei distillati a base di succo d’uva che acquistano e commercializzano i mosti e i prodotti delle piccole aziende ubicate sul territorio. Tali sgravi dovrebbero essere finalizzati unicamente e in proporzione ad assicurare un prezzo equo minimo garantito di acquisto.

6. Realizzare un accordo di filiera, come già in essere per altri prodotti, dal campo alla tavola, per affermare la qualità e la sicurezza alimentare del vino italiano. Un patto fra agricoltori, cooperazione e grande distribuzione organizzata per realizzare “Assieme” un  marchio che sarà riportato in etichetta sulle bottiglie, in commercio sugli scaffali dei supermercati di tutta Italia e nel mondo. Un percorso di valorizzazione del prodotto made in Italy che consenta anche di ripartire in modo più equo il valore aggiunto. Nello stesso tempo attuare rigidi controlli sulla tracciabilità dichiarata in etichetta di vini, succhi e derivati d’uva provenienti da paesi terzi comunitari e soprattutto extracomunitari.

7. Impegno dei produttori a consolidare l’affidabilità del sistema nella direzione di un costante miglioramento del prodotto, coniugato con una sostenibilità ambientale e complessiva, che risponda alle aspettative di un consumatore informato

8. Utilizzo dei fondi OCM per il rilancio del territorio e del vino autoctono con campagne di promozione nei nuovi mercati emergenti avviando in Italia corsi di formazione per creare operatori commerciali, conoscitori del web marketing, in grado di agire sui mercati esteri al fine di incrementare o costruire nuova domanda in favore del vino e dei prodotti del “sistema“ agro-alimentare italiano.

9. Attingendo ai contributi comunitari, dare inizio rapidamente ad un progetto di estirpazione dei vigneti che da tempo producono eccedenze di vino cosiddetto da tavola, senza denominazioni e tracciabilità, di scarsa qualità e scarsamente gradito ai mercati. Contemporaneamente incentivare nuovi metodi di cultura della vite nell’ottica della sostenibilità e valutare nuovi formati per i contenitori, più piccoli e richiesti dal mercato, da uno o due bicchieri.

10. Supporto all’istituto per l’enologia di Asti per promuovere studi ricerche atte a  fronteggiare la flavescenza che in questi anni ha flagellato numerosi vigneti produttivi sul territorio.”

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