>> Antonio Cacciabue, “Tunen” il settimino di Incisa Scapaccino, ricordato dal Serra Club

La mitica figura di ‘Tunen’, Antonio Cacciabue, il settimino di Incisa Scapaccino (At), a 83 anni dalla sua morte, esercita ancora molto interesse e fascino. La gente non lo dimentica e continua  a recarsi da Tunen, non più nella sua casa di contadino o nei campi dove li riceveva continuando a lavorare, ma nella cappella al cimitero di Borgo Villa a Incisa Scapaccino. Di  fronte alla sua lapide, sempre adorna di fiori e di ceri, si inginocchia e confida i suoi problemi, qualcuno gli scrive anche lettere che infila nelle fessure del marmo, per poi tornare a casa, confidando nel suo aiuto.

Il 6 settembre 2007, a Vinchio (At), è nata anche un’associazione culturale e di volontariato, “In cammino con Tunen”, fondata da diciassette soci a lui particolarmente riconoscenti per l’opera svolta fra la gente a cavallo dei secoli XIX° e XX°, con sede legale nella chiesetta Virgo Potens, in piazza Antonio Cacciabue a Borgo Impero, succursale della Parrocchia S. Giovanni Battista di Incisa Scapaccino (AT).

Il 6 dicembre 2008, alle ore 16, nella chiesetta Virgo Potens di Borgo Impero, frazione di Incisa Scapaccino, il Vescovo di Acqui, Mons. Pier Giorgio Micchiardi, ha officiato la Santa Messa, durante la quale ha attribuito, con decreto inserito nella Lettera Pastorale 2007 – 2008 (prot. n° 107/08SV), alla memoria di Antonio Cacciabue il riconoscimento di “Cristiano, credente e credibile, testimone dell’amore di Dio e seminatore di speranza”, con la seguente motivazione: “nella semplicità di una umile vita quotidiana caratterizzata dal lavoro contadino, dalla preghiera, dalla povertà e dalla carità verso le persone inferme e afflitte, ha offerto un esempio di fedeltà al Vangelo, ancora vivo oggi.”

Nel sito Internet www.incamminocontunen.org  a lui dedicato dall’associazione (il suo profilo è anche su Facebook) si legge che “il sodalizio costituito per far conoscere al grande pubblico l’opera di quest’uomo singolare, si propone di sviluppare attività nel campo della promozione sociale e della promozione del territorio attraverso il volontariato, tenendo sempre ben presente lo spirito altruistico e senza scopo di lucro che ha caratterizzato l’intera vita di Antonio Cacciabue.”

La figura di “Tunen” è stata dunque ricordata, mercoledì sera 14 marzo, nel corso di un incontro, organizzato dal Serra Club della Diocesi di Acqui (Oldrado Poggio presidente), dal prof. Enrico Vigna che, nel suo libro “La medicina popolare e i ‘miracoli’ del settimino di Incisa”, ne ha raccolto le ‘imprese’.

Nato a Incisa Belbo l’8 agosto del 1850 e morto il 29 giugno 1929, ancora oggi la sua tomba, nel cimitero di Borgo Impero di Incisa Scapaccino, è meta del pellegrinaggio di tante persone. «Contadino mite e semplice – ha aperto Vigna –  si divideva tra il lavoro nei campi e l’ascolto di tutti coloro che a lui si rivolgevano. Di certo  ‘Tunen’ ha risolto positivamente tanti casi per i quali, a livello sanitario, è ancora oggi difficile trovare una giustificazione».  Tra le curiosità Vigna  ha insistito sul fatto che il settimino non chiedesse ricompense a nessuno e che colloquiasse senza smettere di lavorare o, quand’era in casa, mentre pregava in cima alla scala con le spalle rivolte agli interlocutori. Anche sei uova o qualche mela erano rifiutate, quando intuiva  fossero più necessarie agli offerenti.

Se qualcuno insisteva per fargli accettare qualche moneta, alla sera, prima di coricarsi, si recava davanti alla cassetta delle elemosine della piccola cappella del borgo per svuotarvi le tasche. Anche per questo è stato possibile ampliare la chiesa  che, oggi, molti, tra i quali il parroco don Claudio Montanaro, si augurano possa raccogliere le sue spoglie. Vigna ha rimarcato come ‘Tunen’ non imponesse le mani  e non praticasse  massaggi e come licenziasse le persone con l’affettuoso saluto “Va a cà” (vai a casa, tranquillo, tutto andrà bene) o con l’altro “per te non posso fare niente, devi andare a farti tagliare all’ospedale di Acqui ”.  Erano molti i contadini che si rivolgevano a lui anche per gli animali, buoi, in primis, indispensabili per i lavori agricoli. All’incontro di Incisa ha partecipato anche il sindaco Mariateresa Capra che ha ricordato come la figura di Cacciabue sia molto viva tra gli abitanti della zona che hanno ricevuto tante testimonianze che tengono viva la sua memoria.