>> Don Frigato al Serra Club: La morale del cristiano in politica e nella professione

Impegnativa ed illuminante la relazione che il salesiano professore di Teologia morale Sabrino Frigato ha tenuto ad una sessantina di soci del Serra Club Acqui (Oldrado Poggio, presidente) riuniti, mercoledì 29 febbraio, al Circolo San Paolo di Canelli, ben gestito dalla cooperativa Crescere insieme.

Dopo una concisa cronistoria della chiesa ‘Capannone’ e del Circolo San Paolo tenuta, brillantemente, dal parroco Carlo Bottero, don Frigato nella sua limpida morsa, non solamente scientifica,  ha incatenato i presenti sull’inquietante tema della morale nella vita pubblica, politica, associativa e professionale: la coincidenza tra morale personale ed etica pubblica; il rischio della divergenza tra la morale  e la vita; una coscienza divisa tra valori personali  e comportamentali. Il tutto con la conseguenza  di una solitudine della coscienza nelle sue scelte politiche, professionali, imprenditoriali: l’inquietudine, situazione tipica delle società occidentali.

Democrazia. I teorici della forma democratica della società occidentale non possono riconoscere i punti fissi della verità perché creerebbe divisioni tra etica pubblica e privata. Per loro è importante il relativismo. Ed allora ecco le norme ‘convenzionali’ che il Parlamento definisce ‘legali’, che sono un valore, ma ‘relativo’, che non tiene conto della verità tutta. Individuo. Tipico della forma democratica occidentale è l’esaltazione dell’individuo che si fa da sé: il primo della società che non riconosce nessun altro.  E’ così che si è liberi? Questa è la mentalità corrente che, ad esempio, ci viene imposta dai cosidetti ‘luoghi transitanti’ (i grandi centri di consumo di massa)  dove non esiste lo scambio, ma i ‘singoli assoluti’.   E’ così che  l’individuo diventa portatore di diritti soggettivi, che creano conflittualità sociale, politica, culturale.

A questo punto  il Parlamento sarà costretto a creare l’etica della legalità. Ovvero: tutto ciò che non è proibito lo posso fare consentendomi la libertà di orientarmi ai beni da consumare. Mercato. Frutto dell’ideologia neoliberista, del capitalismo è l’etica del costo: l’etica dell’utile e dell’efficienza, per cui A. Grenspan  con la sua razionalità del calcolo economico non dubita a sostenere che l’avidità è una cosa buona. Tecnica.

L’ideologia della tecnica ci ha assorbito tutti, creando un grosso impatto con la vita di tutti i giorni, paragonabile ad una salsa distribuita su una bella pastasciutta. Don Frigato rifacendosi a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI ha parlato dello sviluppo tecnologico che permette di risolvere numerosi problemi, ma che è come prendere le pastiglie contro la depressione o il mal di testa, che non risolvono il perché, la causa del  mal di testa! Il perché! Allora, quale morale? – Il cristiano in politica, come dovrà comportarsi? Basterà la testimonianza dei valori? Oppure dovrà battersi per  la mediazione politica adottando la logica dei beni comuni e il rifiuto del relativismo etico?

Un esempio: qualora il Parlamento legalizzasse l’eutanasia, il politico cristiano adotterà una opposizione netta o la mediazione? Tenuto conto che  politica vuol dire passare da un valore ad un programma, quanto sarà possibile che venga accolto il valore? Al cento per cento? Se si ha la consapevolezza che il valore non verrà accettato, bisognerà collaborare per una legge il meno brutta possibile.

Il cristiano nella professione, avendo una cultura degli altri, del bene comune, della collettività, convinto che nessuno diventa se stesso  senza gli altri, cosa farà? Quando c’è un dilemma, non potendo esserci soluzione tutta nera o bianca, adotterà la logica del discernimento e del buon senso. Quindi, la bussola morale del cattolico, che deve partecipare  alla vita politica, si alimenterà con: una buona conoscenza della dottrina sociale della Chiesa, una buona vita spirituale (preghiera, sacramenti …), una profonda ricerca  e competenza  di ciò che è giusto.