>> Alla Mista di Incisa rubati 500 Kg di rame da un operaio della stessa ditta

Le recenti vicende del mercato globale hanno portato ad un forte rialzo dei prezzi di alcune materie prime, tra le quali il rame, che viene sempre più utilizzato nei processi lavorativi connessi all’elettronica, rendendolo appetibile anche al mercato illegale.
Nei confronti dei ladri di rame i carabinieri hanno ingaggiato una vera e propria lotta silenziosa con servizi che si svolgono prevalentemente di notte, con posti di controllo stradali e con lunghi appostamenti nei pressi degli obiettivi sensibili, quali le aziende la cui lavorazione prevede l’impiego della preziosa materia prima.

I risultati della loro azione di contrasto, pianificata con cura al termine di una attenta analisi criminologica del fenomeno, non sono mancati, portando, nel solo 2011, all’arresto in flagranza di 12 persone e alla denuncia in stato di libertà di altre 16, tutte deferite all’Autorità Giudiziaria  per reati connessi ai furti di rame.

Nella notte del 15 novembre, i carabinieri  di Incisa Scapaccino che stavano eseguendo un appostamento nei pressi dei capannoni della Mista, società di lavorazioni metalliche con sede a Cortiglione, nella quale nei giorni scorsi erano stati rubati, a più riprese, quasi 500 chilogrammi di rame.
Dopo lunghe ore di attesa, nel cuore della notte, i militari appostati hanno notato lo strano movimento effettuato da un individuo che usciva dallo stabilimento con fare guardingo, caricando un pesante sacco nel bagagliaio di un’auto parcheggiata nei pressi.

Insospettiti, i carabinieri sono usciti allo scoperto e hanno fermato l’uomo, identificandolo in V.V., 1981, un operaio della stessa ditta impegnato nel turno di notte, constatando che il sacco che aveva appena riposto nell’autovettura conteneva oltre 20 kg. di sfridi di rame, residuo della lavorazione.

Messo alle strette, l’uomo ha ammesso di essere l’autore anche degli altri furti verificatisi nei mesi scorsi ai danni della Mista, giustificandosi con le difficoltà economiche del momento. Al termine degli accertamenti, lo stesso è stato deferito alla competente Procura della Repubblica di Acqui Terme (Al).

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