>> Il Moscato tira e nessuno vuole che perda quota

Cia, Coldiretti, Confagrimoscato, Consorzio, Produttori, Ctm, sono in grande fermento. Tutti cercano la strada più consona per mantenere ed aumentare il livello del Moscato che tira. Nessuno vuole che perda quota.

Consorzio. A seguito dei recenti attacchi portati da parte di una ventina di moscatisti, alla persona del presidente del Consorzio dell’Asti, Paolo Ricagno, il Consiglio di Amministrazione, venerdì 14 gennaio, ha sentito la necessità di ribadirgli “con forza e a grande maggioranza la piena fiducia”, confermando così “la propria compattezza e unità di intenti”. Intanto si apprende che la commissione che sta lavorando alla revisione dello statuto, entro gennaio, consegnerà la prima bozza al cda che la presenterà entro febbraio.

CTM. Giovanni Bosco, presidente del Ctm (Coordinamento Terre del Moscato) nell’assemblea di lunedì 17 gennaio, tenuta presso il Municipio di S. Stefano Belbo, ha ribadito: “La ventina di aziende che hanno lasciato il Consorzio dell’Asti, vogliono portare avanti la strategia della qualità contro quella della quantità”. Cia. Di Moscato e del suo futuro, venerdì 21 gennaio, alle 17,30, nella sua sede canellese di viale Risorgimento, ne discuteranno i vertici della Cia del Sud Piemonte. Per il presidente astigiano, e vice nazionale, Dino Scanavino: “Non è chiaro quale sia l’obiettivo di chi, oggi contesta l’operato del Consorzio. Abbiamo già assistito a tentativi di fughe in avanti simili a quelle di queste settimane ed è sempre finita in clamorosi e pericolosi fallimenti. Solo con il lavoro coordinato di tutte le parti si può consolidare ed incrementare il successo commerciale dell’anno appena concluso”.

E fa subito un passo avanti: “Il Consorzio si rimoduli pure sulle recenti norme legislative, ma sia ben chiaro che non si può prescindere da una significativa rappresentanza della parte agricola nell’ente riformato”. Ed insiste nel ricordare come sia la Regione il tavolo del confronto, nel quale sarà fondamentale il ruolo delle organizzazioni agricole. Un ruolo che ci aspetta di diritto ed a cui non rinunceremo mai, a costo di metterci di traverso”.

Coldiretti. Anche la Coldiretti, che, per ora, non si immagina né la chiusura, né l’apertura di un nuovo Consorzio, auspica ma si pervenga ad una nuova gestione e chiede con forza che venga ascoltata anche la parte agricola. E il presidente astigiano Maurizio Soave, reduce da un incontro con l’assessore regionale Claudio Sacchetto, chiama in causa la paritetica nella quale “vogliamo avere la possibilità di discutere la resa, il prezzo delle uve. A i produttori Coldiretti interessa soprattutto una strategia che valorizzi il prodotto del territorio. Se si perde la tipicità, si perde sia il Moscato che l’Asti Spumante”.

Confagricoltura. Confagricoltura, attraverso il vicepresidente della neonata associazione Confagrimoscato, Pietro Cirio, chiede “percorsi differenziati su rese e prezzi delle uve per la produzione di Asti e Moscato. In pratica una separazione degli albi. E un Consorzio unitario e forte è lo strumento in grado di garantire una vera programmazione ed una certezza economica al comparto”. In sostanza dalle tre organizzazioni agricole emerge la forte richiesta di unità e, al più presto, la convocazione al tavolo regionale della ‘Paritetica‘.

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