>> Fronte comune e mobilitazione in difesa del nuovo ospedale della Valle Belbo

Come un fulmine a ciel sereno, la notizia della decisione dei vertici sanitari regionali di fermare la costruzione del nuovo ospedale della Valle Belbo (nel comune di Nizza Monferrato, ai confini con Calamandrana), appresa nel corso dell’assemblea dei sindaci autoconvocatasi, venerdì mattina 17 dicembre, ha lasciato “allibiti” e “sbigottiti” i primi cittadini, a cominciare da Marco Gabusi e Fabio Isnardi sindaci, rispettivamente, di Canelli e Calamandrana, che hanno indetto immediatamente una conferenza stampa per le 12.30 del giorno dopo, sabato 18 dicembre, nel municipio di Canelli.

Alla chiamata di sabato hanno risposto compatti, uniti, decisi, i sindaci delle valli Belbo e Bormida, i presidenti delle tre Unioni Collinari “Tra Langa e Monferrato”, “Vigne & Vini”, “Valtiglione” e della Comunità Montana.

La comunicazione, inoltrata al direttore generale Asl At Luigi Robino dal direttore della Sanità piemontese Paolo Monferino (non dall’assessore regionale alla sanità Caterina Ferrero o dal presidente della Regione Roberto Cota, come è stato  sottolineato), era stata letta da Robino proprio nel corso della Conferenza dei Sindaci di venerdì, che avrebbe dovuto far luce sulle indiscrezioni (niente di ufficiale ancora) giunte da Torino sul futuro della sanità piemontese, in particolare sullo scorporo delle Asl dagli ospedali. La motivazione “in sede di bilancio consuntivo, la Regione ha ridotto numerosi impegni, tra cui quello in Valle Belbo” aveva, letteralmente, lasciato di stucco i sindaci presenti.

Di qui la decisione di mobilitarsi da subito, in nome del mandato conferito dai cittadini, a difesa del territorio e della dignità dei suoi abitanti.  I sindaci hanno ribadito, nel corso della conferenza stampa di sabato, la loro opposizione “ferma, responsabile, compatta”, alla decisione “calata dall’alto”.

“Non si può – ha commentato Gabusi – essere informati da una lettera, per di più inviata da un dirigente della Sanità ad un altro. Vogliamo dei chiarimenti per conoscere e capire le reali condizioni… i fondi che mancano…”
Il nuovo ospedale che dovrebbe sostituire il vecchio “S. Spirito” di Nizza Monferrato, giudicato “il peggiore presidio ospedaliero del Piemonte”, non si farà?

“Eppure – è intervenuto anche l’ex sindaco di Nizza Monferrato Pietro Lovisolo, recentemente sfiduciato, che ha parlato di “affronto a tutta la Valle Belbo” – nella riunione di novembre dell’Osservatorio sulla Sanità si era parlato di rotonda, di viabilità in regione Boidi, di piano regolatore, ma non si era avuto neppure il sentore di questa decisione.”

Fabio Isnardi, sindaco di Calamandrana, ha definito allucinanti le modalità della comunicazione protocollata fin dal 14 dicembre. “Quindi era un po’ che si sapeva ma nessuno prima ci aveva informati – ha rimarcato – Fino ad un mese fa, a Nizza, si parlava d’altro: della rotonda, ecc. Ci hanno preso per i fondelli…”
Ha ricordato la mobilitazione della gente nel 2002 che ha portato proprio alla localizzazione del nuovo “ospedale della Valle Belbo”, sottolineando l’operato incoerente della Regione: “Ma se un Comune delibera una determinazione di spesa è perché ci sono le risorse… ”
“Noi non chiedevamo e non chiediamo la luna, – ha continuato – chiediamo un ospedale normale, un punto di riferimento con i servizi necessari, soprattutto tenendo conto di una popolazione che tende ad invecchiare… E poi, in un periodo di crisi come questo, non si può fermare un progetto per un’opera già cantierata. Neppure col pretesto del problema delle infiltrazioni di acqua nella zona perché per una trentina di aziende questo non è stato un problema.”

Anche il sindaco di Moasca Maurizio Bologna ha invitato a far fronte comune, a restare uniti, indipendentemente dal colore politico. A lui ha fatto eco il sindaco di Mombercelli, Chiara Castino: “Il nostro territorio non deve perdere queste risorse, dobbiamo restare uniti e partecipi”.

Decisi a non temporeggiare, i sindaci chiedono subito, prima di Natale, un incontro con l’assessore regionale alla Sanità per individuare una via d’uscita.
“Dobbiamo muoverci in maniera compatta – ha esortato Gabusi – tenendo presente che l’Asl di Asti incide sulla spesa sanitaria piemontese per l’11%, contro una media delle altre Asl del 16%.”
E Giuseppe Ugonia, sindaco di Calosso: “In Regione si dovrà far chiarezza soprattutto su un punto: a che cosa dovrò servire la struttura, che cosa ci sarà in questo ospedale, precisando i requisiti di sicurezza, i servizi minimi. L’ospedale non avrà un pronto soccorso ma un punto di primo soccorso.”

Alberto Pesce, sindaco di Fontanile e presidente della Comunità Collinare Vigne & Vini: “Non si può costruire una casa se non si conosce come dovrà essere organizzata. Non ci si può fermare solo sull’aspetto edilizio…”

Il consigliere di opposizione Fausto Fogliati, invitato a intervenire: “Sembra un film già visto. La Valle Belbo è l’ennesima volta che paga. Con l’istituzione degli ASO e lo scorporo dei presidi ospedalieri dalle Asl, mirano a sottrarci l’opportunità di una struttura ospedaliera nuova, progettando l’accorpamento dell’ospedale di Asti, vera e propria eccellenza, a quello di Alessandria. Occorre una forte mobilitazione istituzionale, con la cittadinanza in piazza.”

Il consigliere di maggioranza Roberto Marmo ha parlato di “una storia che si ripete negli ultimi trent’anni”, invitando alla mobilitazione. E in merito ad un eventuale accorpamento dell’ospedale di At a quelli di Alessandria, ha parlato di una “minaccia già annunciata”. “Prima di parlare di accorpamenti, però, – ha concluso – dobbiamo sapere se c’è ancora la volontà di costruire il nuovo ospedale. Dove erano i dirigenti della Sanità regionale quando è stato votato il Bilancio? Non c’è una posizione politica da sostenere. Siamo disponibili alla mobilitazione”. E al sindaco di Asti Giorgio Galvagno, nominato presidente della Conferenza dei Sindaci al posto di Lovisolo, ha rivolto l’invito di “farsi carico del problema, sostenendo la Valle Belbo”.

Si dovrebbe conoscere già da lunedì 20 dicembre, prima di Natale in ogni caso (entro la fine dell’anno infatti la Regione dovrà presentare i conti), la data dell’incontro della delegazione dei sindaci con l’assessore regionale alla sanità Ferrero o con il Consiglio regionale. 

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