>> La Confartigianato si occuperà anche di commercio

(a cura di Paolo Monticone)

La Confartigianato di Asti si occuperà d’ora innanzi anche di commercio. Decisione che pare del tutto naturale ai dirigenti dell’Associazione che ha la sede centrale in piazza Cattedrale ad Asti e filiali in tutta la provincia, con particolare riferimento a Canelli e Nizza Monferrato.

“Già oggi abbiamo oltre 250 commercianti iscritti alla nostra associazione – ha affermato il presidente provinciale, Biagio Riccio – e quindi la nuova Federazione è soltanto la “regolarizzazione” di quanto in realtà esiste già. Peraltro va sottolineato che gli artigiani sono i più importanti “collaboratori” dei commercianti fornendo loro impianti, strutture e servizi”.

La nuova organizzazione va da affiancarsi ad Asti, all’Ascom Confcommercio ed alla Confesercenti che finora avevano rappresentato a livello sindacale e professionale la categoria.

La presiederà Ernestino Gambetta (che negli anni scorsi era già stato dirigente della Confesercenti,  membro del consiglio di amministrazione della Camera di Commercio, presidente del Consorzio Mercati Astigiani e di Confservizi) con l’ausilio tecnico di Luciano Paniate.

La Federazione del Commercio è stata presentata la scorsa settimana alla stampa in un incontro in cui non sono state lesinate critiche a Comune e Provincia per la loro quasi assoluta assenza nel settore in questi ultimi anni (critiche anche agli indirizzi di sostegno di Banca CrAT e Fondazione Cr AT), in un’epoca caratterizzata da profonda crisi economica generale.

Forti anche le preoccupazioni espresse per l’assalto al territorio dei grandi centri commerciali che, a fronte di significativi investimenti immobiliari, si “portano però via tutti i profitti impoverendo il territorio”. “Questa città e questa provincia devono svegliarsi e farlo in fretta – ha sottolineato Gambetta – se si vuole che il commercio sia fonte di reddito non solo per i titolari degli esercizi, ma anche per i tantissimi dipendenti occupati nel settore. Qui invece ci troviamo a dover fronteggiare continue chiusure di negozi e ad altrettanto continue aperture di grandi centri commerciali, la cui presenza sta diventando ossessiva ed asfissiante penalizzando anche tutte le produzioni locali”.

“Noi non ci poniamo in contrasto con le altre organizzazioni di categoria – ha affermato Luciano Paniate – ma vogliamo essere di stimolo per creare un blocco comune del commercio che presenti proposte concrete e fattibili al Comune ed alla Provincia. Migliorare la situazione attuale è possibile, ma è necessario superare le lobby che da troppi anni fanno il bello ed il cattivo tempo in questa città e dare voce ai veri protagonisti dell’economia”.

Infine il presidente Riccio ha lanciato un appello a tutte le altre associazioni di categoria perchè uniscano gli sforzi alla ricerca di soluzioni per uscire dalla crisi, ma soprattutto per elaborare un progetto di marketing territoriale capace, prima di tutto, di attrarre “clienti” e visitatori dalle vicine province e regioni a vantaggio delle attività locali, da quelle artigiane a quelle agroalimentari.

Una proposta interessante a cui la Cia di Asti è pronta a dare risposte positive. “Riteniamo condivisibile la proposta di Confartigianato per una collaborazione tra tutte le associazioni di categoria – conclude Scanavino – e diamo da subito la nostra disponibilità a sederci attorno ad un tavolo di discussione, ma anche operativo, per poter tracciare le linee d’azione per favorire un’ormai improcrastinabile ripresa dello sviluppo dell’Astigiano, fermo da troppo tempo”.
Quel che propone la Cia astigiana è una sorta di alleanza strategica per intervenire il più presto possibile a creare le condizioni per fari ripartire l’economia del territorio anche (o soprattutto) attraverso la valorizzazione dei prodotti agroalimentari.
“Siamo fortemente interessati – afferma il presidente provinciale Cia, Dino Scanavino – alla creazione di un sistema di marketing del territorio che, come è ovvio, può coinvolgere non soltanto gli imprenditori del commercio e dell’artigianato, ma anche la stragrande maggioranza delle aziende agricole dell’Astigiano”.

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