>> Non diventeremo immortali, ma vivere più a lungo si può

Ne ha parlato, venerdì 12 novembre, al folto pubblico nell’auditorium della fondazione Ferrero di Alba, il geriatra di fama internazionale, Massimo Fini, direttore dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di San Raffaele Pisana, fratello del presidente della Camera Gianfranco: “Invecchiare è ancora il solo mezzo che si sia trovato per vivere a lungo”.

Invecchiare non è una condanna alla tristezza. Non si sa perché si invecchia. Si possono descrivere i processi, senza saperne spiegare gli innesti.
“Ipersemplificando – ha dichiarato – esistono geni chiamati proapoptotici (favoriscono l’invecchiamento) e geni antiapoptotici (ostacolano l’invecchiamento). E’ possibile manipolare questi geni in varie maniere e la ricerca sul campo procede veloce. A livello sperimentale, ad esempio, su vermi di poche migliaia di cellule  chiamati nematodi, il processo di invecchiamento è stato modificato e la vita dell’organismo allungata di circa il doppio”.

Senza addentrarsi ulteriormente il prof. Fini  ricorda come i bambini che nascono quest’anno, avranno una prospettiva di vita fino a 115 anni. In Italia esistono oltre 10 mila ultracentenari che nel 2050 supereranno i 250 mila.

Per il professore il modello medico italiano deve trasformarsi “in un modello biopsicosociale che non deve fare attenzione  solo all’organicità del disturbo, ma anche ai suoi risvolti sociale e intrapsichici. In tal modo, l’essere umano non verrà più percepito come una macchina (funzionante o guasta), ma come un sistema più complesso e integrato, con emozioni e profondi vissuti che si legano alle dinamiche della patologia in modo inestricabile”.