>> Convegno sul “Paesaggio come archivio” nelle terre dello spumante italiano

Sabato 6 novembre, si è svolto, a Costigliole d’Asti, nella sala consiliare della Comunità Collinare tra Langa e Monferrato, il primo convegno dal titolo “Il Paesaggio come archivio: le fonti, i documenti, le memorie per lo studio del modello di sviluppo industriale ed agrario nelle terre dello Spumante italiano”, nell’ambito del progetto promosso dalla Comunità “Scienza, industria e trasformazione agraria nel Piemonte sabaudo: la nascita dello spumante italiano”.

Condotto dal dott. Carlo Cerrato, direttore della sede RAI di Torino, l’evento ha avuto un grande successo di pubblico, molto interessato alle esposizioni dei relatori.

Il convegno è stato suddiviso in due sessioni. Nella prima, dal titolo “Le fonti per lo studio della formazione di un modello viticolo d’eccellenza: le premesse storiche”, si sono espressi i seguenti relatori:
– il prof. Marco Devecchi, Presidente dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, che ha raccontato come “leggere” le trasformazioni agrarie e colturali di un luogo attraverso l’indagine sul paesaggio che costituisce un vero e proprio “archivio” da cui trarre straordinarie informazioni;
– il Prof. Marco Violardo, studioso dell’età napoleonica e Sindaco di Castagnole delle Lanze, che ha presentato modelli di fonti dell’epoca napoleonica di straordinario interesse per lo studio delle dinamiche socio – economiche del nostro territorio;

– il dott. Andrea Ghignone, presidente dell’Enoteca regionale di Canelli e la dott.ssa Paola Gullino, ricercatrice presso il Politecnico di Torino, che hanno parlato delle fonti per lo studio della Borghesia agraria del territorio della viticoltura ad alta specializzazione ed in particolare del caso del marchese Filippo Antonio Asinari di San Marzano “Viticultore e sperimentatore” di eccellenza;
– il Prof. Renato Grimaldi, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Torino che ha presentato un interessante percorso di ricerca a ritroso nel tempo (condotto con un gruppo di lavoro formato da: Simona Cavagnero – dottoranda presso l’Università di Torino, Marina Duretto – insegnante delI’Istituto “Monti” di Asti, Adelaide Gallina – dottore di ricerca, presso l’ Università di Torino, Antonella Saracco – docente a contratto presso l’Università di Torino) dal titolo: “La struttura sociale ed economica di una comunità della collina viticola. Le schede di un censimento comunale dell’anno 1848“.

Si sono poi succeduti il prof. Enrico Bocchino, insegnante e il prof. Filippo Romagnolo, Assessore alla cultura del Comune di Costigliole d’Asti, con un emozionante contributo sulle fonti per lo studio delle lotte contadine nelle terre della viticoltura di eccellenza.

Ha chiuso la prima sessione il contributo presentato dal prof. Gianluigi Bravo, già ordinario di Antropologia Culturale, Università di Torino, il quale, dopo aver ricordato che lo studio del paesaggio e delle sue trasformazioni devono essere accompagnati da azioni di tutela e valorizzazione, ha parlato dei “musei contadini”, luoghi importanti per il recupero della memoria ma altresi’ luoghi che possono dare adito ad interpretazioni “estemporanee” poiché chi li organizza spesso perde di vista il reale contributo che essi possono dare al recupero della memoria collettiva.

Nella seconda sessione del convegno, “Le fonti per lo studio della formazione di un modello industriale agrario”, è intervenuto il dott. Brunetti, anche a nome della dott.ssa Micaela Procaccia, Soprintendente archivistico per il Piemonte e la Valle d’Aosta, sottolineando l’importanza del progetto proposto dalla Comunità collinare, in relazione a quanto la Direzione generale per gli archivi e la Soprintendenza archivistica sta realizzando sugli archivi di impresa. Sarà infatti presentato nel marzo prossimo (in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità) il “Portale degli archivi di impresa”.

La dott.ssa Patrizia Cirio, ricercatrice di storia dell’industria, ha poi presentato il contributo “Alle origini dello spumante italiano. Carte, archivi, memorie dell’epoca dei pionieri imprenditori. Un esempio “la ditta fratelli Cora di Costigliole“. Il suo intervento è partito dalla considerazione che per conoscere la storia dello spumante italiano e la storia delle Case storiche che ancora oggi portano il nome del nostro territorio nel mondo, occorre partire dallo studio dei seguenti punti: la sperimentazione scientifica che tra Settecento e Ottocento interessò lo Stato sabaudo con la linea di una politica economica indirizzata a valorizzare le “industrie naturali”;  le congiunture che portarono maggiore accessibilità alla terra da parte dei contadini, con indirizzi di colture a tipo specialistico, con lo studio delle linee evolutive di un prodotto quale il vermouth che si caratterizzò per le ricette che avevano come base il vino moscato, e cioè quella materia prima che sarà successivamente anche la base di partenza degli spumanti italiani.

La dott.ssa Cirio ha poi presentato le straordinarie fonti dell’archivio Cora, che dimostrano come già agli albori dell’Unificazione in questo territorio esistessero strutture produttive non dissimili dagli opifici inglesi considerati all’avanguardia del processo capitalistico.

Hanno chiuso la sessione il dott. Piergiorgio Simonetta, Soprintendenza archivistica del Piemonte e il dott. Andrea Calzolari, della Retriever snc di Torino, che con la loro relazione “Gli archivi delle Case Storiche dell’enologia: un patrimonio documentario da salvare” hanno presentato il lavoro che grazie ai contributi della Provincia di Asti si sta effettuando per il recupero dello straordinario corpus documentario che da quasi due secoli e con continuità si è prodotto negli archivi delle “case storiche” dell’enologia italiana.

Ai partecipanti, al termine del convegno, è stato possibile visitare la mostra “I documenti raccontano: immagini e suggestioni dagli archivi del territorio”, inaugurata dalla dott.ssa Paola Picciafuochi, Prefetto di Asti, nelle sale del Castello di Costigliole.

La mostra rappresenta un itinerario di documenti storici che percorrono tutta la produzione dello spumante, partendo dalla vendemmia, passando per la lavorazione in cantina, l’imbottigliamento e la “rèclame” dei prodotti. L’allestimento è stato curato dal prof Gian Carlo Ferraris, grafico canellese, con la collaborazione della dott.ssa Patrizia Cirio.

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