>> E’ morto il giovane Simone Mezzo, uno dei due attentatori del pub di Castagnole

Si è conclusa tragicamente, venerdì 15 ottobre, alle ore 6.10, la vita del più giovane attentatore del pub “Black Eagle” di Castagnole Lanze, Simone Mezzo, 23enne, camionista, incensurato, residente a Castagnole Lanze.
Il paese (sindaco Marco Violardo), già frastornato dall’attentato, ha accolto la notizia della morte del giovane con incredulità e dolore, trattandosi comunque della scomparsa prematura di un suo concittadino che gli amici ricordano come un ragazzo allegro che amava i viaggi e la musica melodica. 

L’attentato era stato portato a termine, nella notte di martedì 5 ottobre, verso le 3.00 circa, insieme al pregiudicato Emanuele Bruno, 45enne di origine siciliana, pure domiciliato a Castagnole, disoccupato, all’interno del locale, nella centrale piazza Lucchini di Castagnole Lanze.

Simone è morto per arresto cardiocircolatorio, dopo aver lottato, per una decina di giorni, fra la vita e la morte nel reparto grandi ustionati del CTO di Torino.

Sull’episodio sono ancora in corso le indagini dei carabinieri per fare luce sul movente.

Approfittando del fatto che il locale, gestito da Angela Petralia e dai figli Mimmo, Marco e Carlo, era chiuso per ferie da una settimana, i due erano entrati indisturbati e avevano cosparso i locali di liquido infiammabile cui avevano dato fuoco.

Le fiamme, però, a contatto con le tubature del gas, avevano causato un’esplosione producendo il crollo dell’edificio. La deflagrazione aveva scaraventato a terra i due attentatori. Il più giovane, rimasto gravemente ferito, era stato subito soccorso dagli stessi carabinieri di Castagnole Lanze (compagnia di Canelli) intervenuti insieme a ambulanze, vigili del fuoco di Asti, volontari del distaccamento canellese e della polizia municipale di Canelli.

Il complice, fuggito, era stato rintracciato nella sua abitazione di Castagnole Lanze e arrestato. Subito era apparsa decisamente più grave la situazione di Simone, trasportato all’ospedale C.T.O. di Torino, dove i medici gli avevano riscontrato rilevanti ustioni sul 90% del corpo.

Emanuele Bruno, che aveva riportato ferite più lievi, con ustioni alle mani e ad un orecchio, era stato ricoverato dapprima all’ospedale di Asti, dove, l’indomani lo aveva interrogato il pm Maria Vittoria Chiavazza, alla quale aveva ammesso le proprie responsabilità.

Per la convalida dell’arresto eseguito dai carabinieri di Canelli (Lorenzo Repetto, capitano) e Castagnole Lanze (Luciano Canonico, maresciallo), Emanuele Bruno, trasferito alle Molinette di Torino dove è ancora ricoverato, era stato sentito anche dal gip Leonardo Bianco.

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