>> 4 milioni di euro investiti nel Parco Fluviale del Po e dell’Orba

Il Parco Fluviale del Po e dell’Orba (che nel 2010 ha festeggiato i suoi primi dieci anni di vita) tira le somme di un intenso periodo di attività, e presenta al territorio e ai cittadini risultati di eccellenza, che già da tempo consentono di dimostrare come la salvaguardia dell’ambiente possa rappresentare un vantaggio per il contesto socio-economico locale, con ricadute importanti per tutta l’area su cui opera l’Ente-Parco.

Il tutto, come ricorda il Direttore Dario Zocco, “nell’ottica di tutela della Biodiversità che rientra all’interno di importanti accordi, progetti e obiettivi internazionali”.
Quasi quattro milioni di euro investiti negli ultimi tre anni, numerosi progetti realizzati e altrettanti in corso d’opera, per quello che è da considerarsi non solo strumento di tutela dell’ambiente, ma anche di crescita del territorio.

L’Assemblea Generale dell’ONU ha infatti proclamato il 2010 “Anno Internazionale della Biodiversità” a tutela dell’immensa varietà delle forme viventi che rende il nostro pianeta unico e che garantisce la sopravvivenza della vita sulla Terra. Il ruolo del Parco, in questo ambito, è fondamentale come gestore di aree di particolare valore naturalistico tra le quali i siti  della Rete Natura 2000.

Per esse, la UE richiede, oltre alla salvaguardia, il costante monitoraggio delle risorse naturali per valutarne lo “stato di salute”. Ogni anno l’Ente-Parco effettua perciò monitoraggi standardizzati della risorsa biodiversità e implementa le Banche Dati Naturalistiche regionali. I monitoraggi e gli studi di approfondimento confluiscono poi nella progettazione degli interventi di riqualificazione ambientale. A ciò si aggiunge l’attività di divulgazione scientifica e di formazione, che comprende stage universitari, eventi pubblici e corsi tematici specifici”.

Non solo. Secondo fonti UE: “la perdita della biodiversità e il degrado degli ecosistemi hanno importanti conseguenze economiche. È stato stimato che, in assenza di nuove misure di salvaguardia ambientale, il danno dovuto alla perdita di servizi ecosistemici ammonterebbe a circa 50 miliardi di euro. È stato stimato inoltre che entro il 2050 le perdite, in termine di benessere, sarebbero equivalenti al 7% del totale annuo dei consumi”.

È ancora il Direttore del Parco a contestualizzare la situazione: “Dal 1979, con la nascita della Riserva Naturale della Garzaia di Valenza, di strada ne abbiamo fatta davvero tanta. In tutti gli habitat si vedono oggi i benefici risultati dei progetti di tutela e di recupero ambientale di cui il Parco si è sempre fatto portatore, pur tra non poche difficoltà nel reperimento delle risorse, che si stanno acuendo sempre più. Ma le importanti attività di riforestazione, la promozione di Programmi integrati di sviluppo, la sensibilizzazione degli operatori agricoli e turistici che chiedono di diventare Fornitori di Qualità Ambientale, sono lì a testimoniare la forza di un progetto che speriamo di sviluppare ulteriormente negli anni a venire”.

Gli interventi che l’Ente-Parco ha operato sul territorio di propria pertinenza (nella fascia fluviale che va da Verrua Savoia, in provincia di Torino, fino a Isola Sant’Antonio, al confine con il Pavese) sono tanto numerosi da essere difficilmente elencabili tutti in maniera esaustiva in poche righe.

“Per questo – spiega il Presidente Ettore Broveglio –  mi voglio limitare a citare i più importanti e quelli più vicini a noi nel tempo. Come l’opera di riforestazione in comune di Pontestura realizzata in collaborazione con AzzeroCO2 (che ha fatto da tramite con diversi privati, tra cui la Cassa di Risparmio di Alessandria, interessati a compensare le proprie emissioni con la messa a dimora di nuovi boschi) e l’Accordo di Programma Quadro per la promozione dei Programmi Integrati di Sviluppo Locale (PISL per gli addetti ai lavori).

Oppure i progetti di ripristino e ricostituzione degli habitat forestali in collaborazione con AIPO, e gli attracchi fluviali a Casale Monferrato e a Bassignana (frazione Mugarone), che sono in via di sistemazione e consentiranno agli appassionati di navigazione fluviale di avere a disposizione due pontili mobili, per favorire la canoa, il canottaggio e l’attracco dei tradizionali barcé. Ma anche la nascita del Bosco Pastrona, che sarà un polmone verde per Casale, o la realizzazione del Centro per l’Interpretazione del Paesaggio del Po di Frassineto Po (Palazzo Mossi), che rappresenta un tassello fondamentale del progetto di miglioramento della fruizione della Greenway del Po vercellese/alessandrino.

O, ancora, il parziale recupero del complesso rurale di Pobietto, in comune di Morano sul Po, per la realizzazione di un Centro visite del Parco finalizzato all’incremento del turismo e dell’ospitalità, e l’importante panel di azioni immateriali a sostegno dei tanti operatori che, sul territorio, operano per la crescita di un’economia rispettosa dell’ambiente”.

Un aspetto che l’Ente-Parco tiene a rimarcare sono i benefici effetti sul territorio di molti di questi interventi, in termini non solo di miglioramento della qualità ambientale, ma anche di lavoro e occupazione.
“Soltanto negli ultimi tre anni – ribadisce il Presidente Broveglio – abbiamo investito sul territorio quasi quattro milioni di euro, coinvolgendo numerose imprese e professionisti locali, e contribuendo in maniera non trascurabile allo sviluppo socio-economico in un periodo di crisi in cui il lavoro, come sappiamo, scarseggia. Anche questo è per noi motivo di orgoglio: riuscire a coniugare la tutela dell’area fluviale con la crescita di un’economia ecocompatibile”.

Info: Parco Fluviale del Po e dell’Orba, Piazza Giovanni XXIII 6 – 15048 – Valenza (Al) tel. 0131-927555 – uffici.amministrativi@parcodelpo-vcal.it

,