>> Canelli diventerà l’Atlante mondiale dei vigneti?

di Gaia Ferraris
(sabato 12 giugno) «Atlante mondiale dei vigneti». Si chiama così, l’ambizioso progetto presentato sabato 12 giugno, nel municipio della cittadina spumantiera, dal sindaco di Canelli Marco Gabusi e da Gianmarco Cavagnino, architetto canellese che da anni esporta la sua filosofia in numerosi Paesi europei. 
Insieme, hanno ideato una sorta di intento programmatico che, dai prossimi mesi, interesserà in toto la città spumantiera: passati i tempi d’oro dell’economia trainata dal settore enomeccanico, Canelli diventerà un parco tematico sui vitigni.
«E’ la nuova vocazione che serve alla nostra città per dare vita a un progetto di sviluppo che riguarderà tutti, dall’amministrazione agli imprenditori, dalle industrie al settore edilizio», ha spiegato Gabusi nella conferenza stampa in cui ha raccontato del percorso condiviso con Cavagnino. «Siamo solo all’inizio, e la presentazione del progetto è un passaggio intermedio che arriva dopo un anno di consultazioni e incontri».
Punto di partenza, invece, è stata una problematica ricorrente e non da poco conto: quella dell’identità canellese, divisa tra il rischio di diventare una “città dormitorio” e l’aspirazione di centro di interesse turistico. «Abbiamo iniziato da una serie di dati su come si vive a Canelli, – sottolinea Cavagnino – e ci muoveremo avvalendoci di un comitato scientifico per creare una gestione che abbia un’unica regia».
In sostanza, la ricetta Gabusi-Cavagnino prevede che Canelli diventi, nel tempo, il luogo deputato ad accogliere tutti gli esemplari di vitigno del mondo, conservati in aree verdi e parchi. «Faranno parte di un orto botanico “diffuso”, che prevede anche erbe aromatiche e roseti». Diversi i risvolti di questa scelta ‘enoica’: sul piano didattico e della ricerca, l’”Atlante” botanico legato all’uva sarà la base per accogliere un Istituto superiore di viticoltura e un centro di ricerca per le malattie della vite.
Su quello dell’economia, significherà improntare sul tema strutture ricettive e le sorti delle aree industriali dismesse. Potranno nascere biblioteche specializzate, archivi, musei e persino una clinica di recupero dall’alcolismo. Le idee sono tante, ma per ora, di costi non si parla. Ma, vista l’aspirazione al “mondiale”, fondi e finanziamenti arriveranno anche dall’estero. Per ora, però, Gabusi e Cavagnino vogliono iniziare con il “cambio di mentalità” da diffondere tra i loro concittadini. «La prima applicazione, sarà nella Casa della salute: le erbe aromatiche che popoleranno il suo parco, saranno quelle che si trovano in ogni vigneto delle nostre colline». 

(lunedì 15 giugno) L'”Atlante mondiale dei vitigni” è appena nato e già attira le prime critiche. Il progetto che segna la nuova vocazione di Canelli, quella cioè di diventare un parco botanico diffuso, tutto dedicato al vitigno nelle varietà provenienti da tutto il mondo, era stato lanciato sabato scorso dal sindaco Marco Gabusi e da Gianmarco Cavagnino, architetto canellese, in una conferenza stampa a palazzo Anfossi. Già in quell’occasione, un’incursione di Oscar Bielli, solerte capogruppo della minoranza Pdl/Lega, aveva aggiunto un po’ di  ‘pepe’ all’incontro. Il suo intervento, però, non era piaciuto a Gabusi, che aveva preferito non rispondere alle domande poste dall’ex sindaco baffuto.

“Conoscendo Cavagnino, e nutrendo anche simpatia per lui, avevo semplicemente chiesto lumi su come intendesse gestire il nuovo progetto”, spiega Bielli, che in passato aveva coinvolto l’allora giovanissimo architetto nella sua amministrazione.

“Sia durante i miei mandati che in quelli del mio predecessore Roberto Marmo, Cavagnino aveva avuto più di un occasione per coinvolgere la Città in iniziative che parlavano di sviluppo e rilancio”, prosegue Bielli elencando una serie di episodi ormai finiti nell’album dei ricordi. Dal “Progetto Canelli”, quando l’architetto ricevette una delega per realizzare un programma di interventi e linee guida con il sostegno di vari nomi dell’industria enologica canellese. Causa anche l’alluvione, il progetto naufragò. E poi il tentativo di coinvolgere il deisigner Aldo Cibic nel pensare piani di espansione e recupero urbano, alla fine degli Anni Novanta, quando in definitiva la sua rimase una partecipazione ‘a distanza’ nella stesura del piano colore ancora oggi in vigore. “Apprezzo l’idea presentata sabato”, ammette Bielli, “ma spero che questa volta ci sia più continuità”.

Dal canto suo, Cavagnino preferisce guardare avanti. “Non rinnego nulla del mio percorso, ma questa volta ci sono tutte le condizioni per arrivare a un punto di svolta. Allora, forse i tempi non erano maturi”.

Alle punzecchiature di Bielli, però, si aggiungono quelle di Fausto Fogliati, capogruppo della minoranza di centro sinistra, che punta il dito sull’operato dell’amministrazione. Come appuntato anche da Bielli al giovane sindaco, “per una sorta di cortesia istituzionale, quando si annuncia un evento così importante per la comunità canellese mi aspetterei almeno un invito pro-forma”. E poi, “quanto dovremo aspettare per una pianificazione seria? I canellesi hanno scelto Gabusi per una voglia di cambiamento che ora non vedo. Qui mancano riferimenti agli investimenti e non si può pensare di dare vita a nuove vocazioni senza fare i conti con il portafoglio”. 

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